L’impero dei farmer cinesi

La questione dei farmer cinesi (o, nuova frontiera, russi) e’ molto sentita.
Molti giochi cercano di aggirare questo problema in maniere diverse. Per fare un esempio, in World of Warcraft i drop BoP (Bind on PickedUp) non si possono vendere o spedire ad altri giocatori. SoE (Sony online Entertainment), invece, ha preferito creare un proprio sito dove i giocatori possono comprare oggetti in cambio di soldi (ovviamente reali) o scambiandoli tra di loro in gioco. Soluzione che trovo a dir poco squallida!
In genere i giochi che sono maggiormente caratterizzati dalla presenza dei farmer cinesi (che non sono altro che ragazzini schiavizzati da aziende che li fanno giocare per un numero impressionante di ore. Tutti assieme in uno stanzone – se va bene, altrimenti e’ uno stanzino – dove si gioca, dorme, mangia, fuma, eccetera… penoso ) sono i MMORPG coreani come Lineage 2. Ma anche i giochi occidentali non sfuggono a questa perversa "logica del profitto" basata sulla schiavitu’. Da World of Warcraft (che tra ban di giocatori che han comprato l’account su ebay, oggetti BoP ed altro cerca di porre un freno alle "cineserie", riuscendoci abbastanza bene) al vecchio ma ancora parecchio frequentato DAoC.
Comprare soldi e’ facile. Basta fare una ricerca su Google e saltano fuori gozziliardi di siti che vi vendono qualsiasi cosa (armi, armature, pozioni, soldi virtuali) in cambio di sonanti dollari e/o euro.
E i motori di ricerca non sono il solo modo per scovarli. Molti siti o forum di videogiochi in generale o specializzati in MMORPG hanno banner che rimandano a siti cinesi o russi.
Pero’ c’e’ chi non ha mai voluto banner che rimandassero a venditori di soldi e oggetti o chi come, per esempio, PC Gamer non accetta piu’ quest banner.
Carina, a tal proposito, la vignetta pubblicata da GU Comics sulla questione PC Gamer:

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