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Che il vento soffi sul tuo cammino, Geralt

Il dibattito che si è aperto con The Witcher 2 e l’immancabile paragone con il primo, storico, capitolo, mi ha portato a ri(ri)giocarlo.
Ho fatto scelte molto diverse dalla prima (o seconda?) volta che lo giocai, scelte che influenzano enormemente il gioco. Ma come nel secondo capitolo la scelta è tra gli Scoiattoli e Temeria, nel primo e’ tra i non-umani e l’Ordine della Rosa Fiammeggiante.

E, in maniera alquanto scontata, alla fine del primo avviene un fatto che ci catapulta negli eventi narrati nel secondo.
Uno dei difetti di The Witcher 2 è quello di essere dannatamente breve. Ma chi, con pervicacia, gli muove questa accusa dovrebbe ricordare che il primo ha una durata di 60 ore. Si, il secondo dura di meno (45 ore, se non ricordo male), ma questo minus è o no compensato da altre qualità?
Preciso che, essendo due giochi usciti a quattro anni di distanza uno dall’altro, fare un paragone per quanto riguarda il comparto tecnico potrebbe essere inutile se non dannoso per il gioco pià vecchio. Eppure risulta ancora graficamente piacevole, anche se non agli eccelsi livello del suo seguito. Il motore grafico è l’ultima versione del leggendario Aurora Engine di BioWare, che fece la sua comparsa con il primo NeverWinter Nights., cioè nel 2002. Purtroppo non e’ mai stato un campione di ottimizzazione, pertanto anche il vecchio “Geralt” presenta bugs, crash e tutto quel corollario di problemi più o meno grossi, più o meno fastidiosi, dovuto a un motore non perfetto.
Il gioco ci introduce il personaggio di Geralt di Rivia da Kaer Mohren, base dei witcher, fino allo scontro con il (anzi, i) boss finali e al commiato con re Foltest di Temeria. La storia è carina ed interessante, anche se presenta alcune contraddizioni ed alcuni peccati di gioventù da parte di CD Project RED. Ho anche notato alcune incoerenze, minime ma fastidiose, tra il primo ed il secondo gioco dedicato al nostro witcher.

Il mondo del primo è decisamente più grande ma è anche meno curato. Il questo caso i ragazzi polacchi hanno fatto largo uso del copia&incolla, così ci troviamo personaggi di sfondo tra loro simili, dungeon che sembrano quasi la fotocopia uno dell’altro (per fortuna non sempre), case simili tra di loro nella parte sia interna che esterna ed altre piccole amenità. Fortunatamente non siamo ai livello di Dragon Age 2, soprattutto visto l’altissimo numero di locazioni da visitare.
Ogni capitolo del gioco ha una sua ambientazione principale:
Kaer Mohren
Campagne di Vizima
Vizima – Quartiere del tempio
Vizima – Quartiere dei mercanti
Acque Oscure
Vizima Antica
Lande Ghiacciate
più alcune secondarie (fogne di Vizima, la Palude, il Cimitero di Vizima ed altri).
Sotto questo aspetto il primo è decisamente migliore del secondo.

Purtroppo; anche se nel secondo non siano poi così pochi; nel primo i nostri eroi hanno, a mio avviso, infilato troppi combattimenti e, in alcuni casi, veramente lunghi, inutili e tediosi, soprattutto nel capitolo finale. Un altra velo pietoso va messo sulla IA dei nostri (rari) compagni: sempre in mezzo alle scatole durante i combattimenti.
L’interfaccia del gioco risente, purtroppo, dell’età, anche se è pulita e piacevole da usare, ma non così intuitiva come quella del suo seguito. La gestione dell’inventario è migliore nel gioco vecchio, l’idea dei trofei collegati a sottoquest o miniquest decisamente migliore dell’uso che si fa degli stessi durante il secondo gioco. L’idea del forziere “mobile” (presente in ogni locanda dal prologo fino al quarto capitolo; mentre nel quinto la funzione, mod a parte, è svolta da Dandelion… che non può seguirci) è si utile, ma anche una forzatura che trovo decisamente incoerente con il resto del gioco. Il combattimento implementato è poco adatto alla visione in terza persona, mentre migliora con quella ibrida o dall’alto; viste che, invece, sono più adatte ai giochi basati sul gruppo rispetto a quelli con l’eroe solitario.
The Witcher, pur essendo un gioco ben lontano dalla solidità narrativa del suo seguito, è tutt’ora uno dei capisaldi del genere.
Purtroppo il gioco va “sorbito” totalmente in italiano: sia il testo che il doppiaggio. Quest’ultimo non è male, ma avrei preferito quello inglese. (*)
Alla tua prossima avventura, Lupo Bianco.

(*) E’ possibile che la limitazione sia dovuta al fatto che ho usato la versione Steam del gioco e non quella su supporto ottico.

Parallelo tra i due giochi.
Storia e caratterizzazione dei personaggi: The Witcher 2, il primo ha troppe ingenuità, e le “romance” censurate sono qualcosa di orripilante. Peggio di una strige.
Mondo di gioco: The Witcher, nonostante il largo uso del copia&incolla, presenta un mondo decisamente vasto e ricco di ambientazioni.
Interfaccia: The Witcher 2, molto più moderna ed adatta a un gioco ad eroe singolo. Peccato per la presenza del QTE. Il primo è migliore su aspetti marginali come i dadi e il combattimento a mani nude.
Problemi tecnici: sostanziale pareggio, anche il primo puo’ crashare.
Minus del primo: uso del copia&incolla, totale mancanza di enigmi
Minus del secondo: mondo di gioco decisamente piccolo e durata complessiva del gioco.
Giudizio: sostanziale pareggio tra i due grandissimi titoli sviluppati dai ragazzi polacchi di CDProject RED. Hanno ambedue ottime frecce al proprio arco, e trovo che sia un peccato non giocarli entrambi.

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