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Non è un gioco per bimbi

Ieri ho fatto Rotten, un dungeon da tre nella Valley of Kings, assieme a un brasiliano (sono ovunque, come tutti i sudamericani. Escono dalle fottute pareti!) e una ragazza (rullo di tamburi) palestinese. Si, la terra martoriata, sia economicamente che militarmente, da Israele: ed ecco spuntare dal nulla una che gioca ad Eden Eternal.
Mentre oggi ho avuto un’interessante discussione sul RMT, che sta diventando una vera e propria indistria con fatturati da capogiro, e basta dare un’occhiata al Virtual Economy Research Network per capire che non si parla di un gruppo di ragazzini che giocano e farmano per far su qualche dollaro per il week-end.
Il tutto è iniziato con un annuncio di servizio che avvisava che chi avrebbe comprato “oro” avrebbe violato la ToS (Term of Service) e, pertanto, sarebbe stato bannato. Nula di male, se non fosse il caso che, con frequenza assurda la chat “world” (l’unica leggibile da tutte le mappe del gioco) è zeppa di pubblicità di siti che fanno goldselling.
Da una parte io, con la mia posizione tranquillamente talebana, che vorrei veder bannato non solo chi acquista ma anche chi vende e chi fa pubblicità; dall’altra lui, con una posizione più ragionata, soprattutto se si considera che Eden Eternal è un gioco free2play.
La discussione è stata tale ed accesa che ci siamo dimenticati di fare altro: eravamo troppo impegnati a discorrere tranquillamente davanti a una tazza di te.

Chi ha detto che Eden Eternal è un gioco per bambini?

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