E’ quella della campagna pubblicitaria dell’azienda francese Jours Apres Lunes, che produce biancheria intima per… bambine!
Basterebbe vedere il loro sito internet (il link, ad usum maialonem, è sopra) o la campagna pubblicata su Vogue con modelle giovanissime che lanciano sguardi lascivi ai lettori di ogni età e sesso.
Anche il serio e posato “Giornalettismo” lancia l’allarme: quanto sconfina questa campagna nella pedofilia più aperta? E’ giusto usare bambine come modelle e creare lingerie per una fascia d’età che dovrebbe scoprire il mondo attraverso il gioco e non tramite la biancheria intima?
Su Fashionista la risposta di Sophie Morin lascia esterrefatti fin dall’inizio:
| I am extremely surprised by the current uproar around my brand, and am happy to answer any questions. I’d first like to say that my brand has nothing to do with the photos of Veronika Loubry’s daughter in Vogue, the confusion made by the press is totally wrong.Jours après Lunes was born out of finding a gap in children’s underwear: either uncomfortable, all-cotton pieces, or super sexy designs which were by-products of women’s underwear. There was no alternative for children–no underwear created in comfortable materials… |
Ammettiamo pure che le foto su Vogue della figlia di Veronika Loubry non fossero per l’azienda francese, quello che mi domando e vorrei chiedere a Sophie è:
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(sperando che la traduzione di Google non sia poi così penosa, dove possibile ho corretto)
Molto saggio l’unico commento presente:
| Are you serious?!?!? Do you really think this type of fashion for children is appropriate?!?! There is absolutely no excuse for this. Sure children are at the beach wearing swimsuits but those are SWIMSUITS, not lingerie. You don’t see grown women at the beach wearing lingerie do you? (at least not in North America). WTF does a 7yo child need with a padded bra?!?!?! Give your head a shake! |