, updated:

La politica del quotidiano

Si può fare politica sempre, ogni giorno, con le nostre scelte.

Decidere di bere acqua dal rubinetto piuttosto che quella imbottigliata; comprare, quando possibile, prodotti a “chilometri zero” (ovvero quelle merci, soprattutto commestibili, provenienti dalla regione in cui si abita); acquistare solo quotidiani che non ricevono finanziamenti dallo Stato come, per esempio, il Fatto Quotidiano; non guardare determinati canali televisivi; non comprare più prodotti pubblicizzati in televisione; tenere un comportamento responsabile durante i propri acquisti (non comprare prodotti altamente inquinanti; non comprare abbigliamento o scarpe marchiate Nike, Adidas, Reebok e Benetton oppure le leccornie di Nestlè e Danone o la frutta Chichita o Sunsweet piuttosto che la catena di fast food McDonald’s e Burger’s King oppure le bibite del gruppo Coca Cola. Eccetera)

Soprattutto non acquistare prodotti della Mela Morsicata:

Questi, e potrei continuare per ore ed ore, sono alcuni degli esempi che potrei fare. Esempi che, palesemente, sono di parte.

E se fossi dell’altra fazione?

Beh, Rolex, Lacoste, Nike, Adidas e tutto il resto, no? Magri pasteggiando a caviale e Champagne. Però attento, magari ti vede Tremonti e, zac, ti piazza una patrimoniale sul lusso.

Che si scelga di comprare o no un prodotto; di prendere una decisione piuttosto che un’altra – si, dico anche a te, e guarda che ho visto la copia di Repubblica che tendi malamente di nascondere – si fa, volenti o nolenti, un’azione politica. Perché tutto ciò che noi facciamo, ogni nostro agire, ha ripercussioni economiche o politiche.

Un piccolo esempio terra terra, sui detersivi: alcuni contengono tensioattivi etossilati, altri tensioattivi non etossilati. I primi sono derivati dal petrolio: laveresti una maglietta o delle mutande con un prodotto di derivazione petrolchimica?

Un altro, facile facile: quando si va a fare la spesa, soprattutto nelle grandi superfici, si è attratti da “sconto”, “3×2”, “-50%”, “al prezzo di costo” e tanti altri cartelli piazzati su determinati prodotti di marca. Ma, chissà come mai, sui piani più bassi, seminascosti, ci sono prodotti che costano meno. Costo al chilo, che è l’unico che conta. Perché costa meno la bibita a € 1,35 per 0,75cl  o quella a € 1,80 per 1 litro o quella a 2,50 per 1,50l?

Ricordatevi di una cosa: un prodotto, anche una bottiglia, può dare e contenere un messaggio:

↑ Up