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Non sequitur

Il trucco, William Potter, è dimenticarsi che fa male.

C’era una volta un piccolo naviglio, che non voleva, non voleva navigar.
Impazzito? Forse, ma che dire di uno degli incipit peggio riusciti della storia del cinema? Passiamo da una visione di un non-si-sa-cosa (Ingegneri, scopriremo in seguito, che hanno creato l’umanità) a degli scavi archeologici per venir proiettati nello spazio profondo,a bordo dell’astronave Prometheus.

Parte male, malissimo, il film che vede il ritorno di uno dei padri della moderna fantascienza cinematografica, quel Ridley Scott non soltanto di Alien ma, anche, di Blade Runner. Tenete a mente questo film: lo citerà spesso. Per tacere di alcune scene che richiamano alla mente, più indirettamente, quella piccola gemma d’esordio che è “I duellanti”.

Il film, inizio a parte, promette: gran fotografia, la bravura registica di Scott non è in discussione; gli attori, soprattutto Fassbendender e la splendida Noomi Rapace, all’altezza della loro fama. Eppure c’è qualcosa che non torna, una nota fortemente stonata che ci perseguita fino alla fine (fine?) del film: la sceneggiatura, ad opera di Damon Lindelof, uno degli autori principali di quella vaccata intergalattica che corrisponde al nome di Lost.
Una sceneggiatura zoppicante, piena di bivi che porteranno, inevitabilmente, a dei seguiti (Prometheus 2 è già stato annunciato).

Se non fosse per il personaggio, a dir poco splendido, di Davd8, che molto trae dai replicanti di Blade Runner, che arriva al punto di citare Lawrence d’Arabia, il film non avrebbe neppure bisogno di esser visto. E’ quello che è: una serie di scatole cinesi abilmente confezionate per dar vita ad una pletora di seguiti che si succederanno, incrociando storie disparate.

Prometheus non è ne un brutto film e neppure il ritorno che ci saremmo aspettati da parte di Scott nel magico mondo della fantascienza. Ma è sua la colpa? No, assolutamente: la parte tecnica è sublime, così pure quella recitativa. e non dimentichiamoci della “vecchietta” Charlize Theron: splendida qui, in una parte di secondo piano, esattamente come è stata magnifica regina nel penoso “Biancaneve e il cacciatore”.

I riferimenti ad Alien ovviamente non mancano, in quanto questo film ne sarebbe dovuto essere una sorta di prequel, diventando poi qualcosa di più. Escludendo la scena finale, che non racconto, vi è la presenza dello Space Jockey incontrato dall’equipaggio dell’astronave Nostromo, o i riferimenti gastrointestinali, o i passaggi chiave che sono fotocopie del ben più famoso precedente. Per tacere della decapitazione di David8, doppio omaggio ad entrambi i capolavori dello Scott fantascientifico.

Per tacere degli innumerevoli litigi incrociati: padre e figlia, David8 e Meredith Vickers, membri dell’equipaggio tra di loro. Non sottaciamo neppure l’ingombrante presenza, diretta ed indiretta, delle industrie Weyland. Si, quelle per cui lavora… lavorerà? Ripley..

Film strano, che ad una parte tecnica di livello assoluto unisce interpretazioni (Fassbender è fantastico nella parte di David8) magistrali. Ma la pessima sceneggiatura, che per certi versi fa troppo il verso ad Alien, e il finale decisamente troppo aperto sono un bel macigno al collo di un film più che dignitoso.
Il cui unico limite è, forse, sceneggiatura a parte, la claustrofobia ossessiva del passaggio tra astronave terrestre e quella aliena.

Da vedere? Bella domanda, una meno stronza no? Personalmente mi sono addormentato (ma ero stanco di mio) al primo tentativo, al secondo ho trovato un film decente ma nulla di più. Se non sapete come passare 2 ore della vostra vita può essere un’idea discreta vederlo.

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