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Lettera aperta a Paolo Barnard

L’esimio giornalista e documentarista Paolo Barnard ha scritto una lettera aperta agli attivisti del Movimento 5 Stelle che si può leggere comodamente seduti in poltrona.
Egli, in questa sua missiva, fa un accorato appello a tutti gli attivisti:

Qui io vado in crisi. L’idea che l’arroganza mi abbia, in questo caso, preso e accecato su un comportamento profondamente ingiusto verso molte persone mi tormenta, lo dico qui con sincerità. Ma peggio: l’idea che una mia arroganza stia impedendo a molte persone impegnate di usufruire dell’economia salva vite e salva nazione che è la ME-MMT non mi è tollerabile. E allora, cari M5S, ora facciamo la cosa giusta.

L’onere della prova sta dalla vostra parte.

Dimostrateci ora che siete “in tantissimi nel M5S con una dignità, con un cervello pensante, e con distanza critica da Grillo e da Casaleggio”. Portateci i vostri leader regionali, i vostri candidati, la vostra militanza, riuniteli tutti, con Grillo o senza Grillo, affittate una sala, pagate le spese, e noi saremo lì per voi a porvi gli strumenti per governare la cosa che governa tutto nella democrazia, cioè l’economia. Aspettiamo l’invito, la lista dettagliata di chi fra i vostri leader saranno presenti, chi fra i vostri candidati, e quanti aderenti al M5S parteciperanno. Con Beppe o senza Beppe.

In questo caso Barnard, pur essendo una persona estremamente intelligente e di cui condivido alcune idee, ha toppato alla grande.
Non tanto perché è impossibile un M5S senza Beppe Grillo (e, in effetti, lo è), quanto per il fatto che egli ragiona ancora per vecchi concetti ed usa paradigmi che ci sono estranei.
Perché se da un lato non è, al momento, possibile immaginarlo senza Beppe, il suo carisma e la sua capacità comunicativa; dall’altro è impossibile immaginarlo con leader locali, dei piccoli “segretari” cittadini, provinciali o regionali alla stregua degli altri partiti. Semplicemente, Beppe e Casaleggio a parte, il MoVimento non ha figure carismatiche o leaderistiche.
Ci sono, si, gli eletti e i Sindaci – o, meglio, Portavoce – in varie regioni ed in quattro città, ma essi non sono leader per come lo intende la politica tradizionale. Sono semplicemente degli eletti che, alla fin fine, devono render conto pubblicamente ai loro elettori di quello che fanno. Cosa che i sindaci dei partiti tradizionali non fanno.
Vede, Barnard, pensare al M5S come a un partito tradizionale è un errore incredibile.
Io non so se lei ed i sostenitori della teoria economica Mosler economics – Modern Money Theory abbiate ragione o torto, non ho le capacità per comprenderlo.
Però ci sono due o tre cose che comprendo in linea generale, avendo già fatto vedere quanto lei teorizza su questo mio spazio:
1) avere una moneta nazionale è meglio, perché il governo può avere una governance diretta sulla politica monetaria
2) nonostante gli strali di Claudio Messora contro l’europeismo, le cessioni di sovranità e quant’altro, questa può essere una via per avere un governo politico unico della moneta. Che non sarebbe più la lira bensì l’euro. Il fatto che l’unione politica dovesse essere precedente a qualsiasi altra era venuto in mete solo lle persone di buon senso; di certo non a Prodi, Berlusconi e i loro complici e sodali. Ma, forse, potremmo essere ancora in tempo per realizzarla.
3) lo ammetto: adoro l’euro. Per diverse ragioni lo trovo comodo. Posso fare comparazioni di prezzi su siti transnazionali e comprare la dove, spese di spedizione incluse, il bene costa meno. Amando viaggiare per l’Europa, soprattutto quella comunitaria, trovo comodo non dover far ore di coda nelle banche per cambiare le mie lire in franchi, marchi, pesetas ed altri conii nazionali. Si, lo ammetto, l’euro è suadente come solo le sirene sanno esserlo.
Se poi sia da preferire avere un conio nazionale od uno transnazionale non lo posso decidere in base a poche e vaghe conoscenze soprattutto di economia spicciola (quella che mi permette di fare la spesa risparmiando).
Il fatto che lei sia così supponente ed altero nei confronti del MoVimento, arrivando a paragonarlo alle altre forze politiche oggi presenti in Italia, denota poca elasticità mentale da parte sua ed un’incredibile dose di supponenza ed ignoranza nei confronti delle centinaia di migliaia di attivisti che, quotidianamente, portano avanti battaglie per un’Italia migliore.
Se lei crede e reputa che la MMT possa esser d’aiuto per l’Italia non faccia il timido: sia lei la cassa di risonanza di quell’idea all’interno del MoVimento.
Perché ogni contributo è prezioso: il suo, il mio (nel mio piccolo), quello di tutti gli attivisti e di tutti gli italiani.
Il tutto senza considerare un fatto estremamente importante: il programma economico del MoVimento non è stato ancora scritto e, da un punto di vista monetario dipende, in caso i vitoria elettorale del M5S, dall’esito del referendum sulla permanenza dell’Italia nell’Euro. E se vincessero i no? Si devono trovare vie alternative di economica e monetaria all’affascinante ME-MMT. Dopotutto nessuno ha la sfera di cristallo da prevedere il futuro.
E, comunque, esiste già una moneta transnazionale: il dollaro. Con questa valuta vengono contrattati beni e materie prime e nessuno, con l’esclusione ella FED, ha potere sul biglietto verde.
Inoltre, caro Barnard, è da tempo che Beppe tuona contro l’Euro e contro banche centrali in mani private: siamo sicuri che abbia bisogno di lezioni di economia monetaria?

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