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(not only) for my ears only


Il mio nome è Bond, James Bond.
Con un disco decisamente ambizioso la piccola ma ben suonante etichetta italiana Velut Luna, capitanata dall’energico Marco Lincetto, rilasciò un progetto grandioso ma altrettanto difficile da realizzare: un disco dei più famosi brani delle colonne sonore di 007, con alla voce la splendida Fabiana Martone e la musica eseguita dalla bravissima Big-band Ritmo-sinfonica “Città di Verona” diretta da Marco Pasetto.
In queste poche righe analizzeremo quest’opera ciclopica, nella speranza che Marco abbia ancora una volta fatto centro.

Da un punto di vista tecnico poco da dire: sia che si scelga il formato CD che i file flac presenti su HDMusicStore non si sbaglia nell’acquisto. La pulizia della registrazione, effettuata dal vivo all’Auditorium Comunale di Chiuppano (VI), è qualcosa di incredibile, anche se gli aficionados dell’etichetta di Lincetto hanno già avuto modo di apprezzarla negli altri dischi del nostro.

Il disco è aperto in maniera classica, con il tema che accompagna ogni film di Bond-James-Bond. A seguire “Goldfinger”, ed ecco subito l’inarrivabile voce della Martone che vola leggiadra sulle note disegnate ad arte dalla Big Band. Un classico rivisitato alla grande, ma non è l’unico. Che dire, allora, del celeberrimo “For yours eyes only”? Una versione che nulla ha da invidiare a quella della brava Sheena Easton e, anzi, alle mie orecchie è decisamente superiore, con maggior pathos interpretativo. Oppure in “L’uomo con la pistola d’oro” (The man with the golden gun), dove si esalta non poco passando da un piano ad un fortissimo con la stessa facilità con cui io passo da un primo ad un dolce con la sola assistenza di buona acqua di fonte, in questo aiutata dalla maestria della band guidata da Passetto, che si concede inoltre lussuosi intermezzi puramente strumentali (Baron Samedi’s dance of death ed MI6 oltre al tema iniziale).

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Confrontarsi con calibri come Paul McCartney, Shirley Bassey, Carly Simon e Nancy Sinatra non è certo facile, ed un’altra interprete sarebbe stata triturata da cotanta celebrità. Ma non Fabiana, cantante poco conosciuta eppure di una bravura come poche, se non nessuna, altre in Italia (di certo non la sopravalutatissima Emma, che ha violentato “Nel blu dipinto di blu” in “Benvenuti al Nord”).

L’album è un inseguirsi di quadri molto ben conosciuti ma dipinti con inarrivabile maestria, un omaggio alla spia cinematografica più famosa del mondo e, contemporaneamente, un “must have” che ogni audiofilo serio non può far mancare alla sua collezione di dischi.

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