Il liberismo come nuovo comunismo
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Il liberismo come nuovo comunismo

L’uomo è un animale sostanzialmente egoista, sperare o credere che agisca per tutelare interessi superiori invece che particolari o propri è o da fessacchiotti oppure da persone, forse involontariamente, in malafede.
E’ vero che generalizzare è sostanzialmente sbagliato e che esistono perone generose, altruiste e di buon cuore, ma basare il proprio credo su un assunto così mendace è, di fatto, sbagliato.
Pensare che le persone, i mercati, le industrie si autoregolino per perseguire un interesse comune, ovvero superiore, è agire o scrivere o senza conoscere la vera essenza dell’umana natura, che è sostanzialmente egoista; oppure volendo fa passare per verità ciò che, in realtà, sono sonore ed incredibili bugie. Un esempio di idiozia liberista si può leggere in questa intervista de Il Giornale a David Friedman, in cui asserisce che tutto va privatizzato completamente, incluso il sistema penale. Per tacere del libro “L’intelligenza del denaro” (poi farò una chiacchierata con una banconota da 50 euro per vedere se è veramente così. Sperando che non ne serva una da 500), il cui sottotitolo è: “Perché il mercato ha ragione anche quando ha torto”. Intanto direi che questi economisti dovrebbero andare a lezione di italiano: il significante della frase vi è chiaro? No?, perché a me si: anche quando sbagliamo noi non sbagliamo. Direi che sono un tantinello eccentrici. E coglioni. Perché parlare di concorrenza in un ambito che tende più verso i vari monopoli (faccio degli esempi facilmente comprensibili in ambito tecnologico: Microsoft in campo sistemi operativi con Windows, Intel in ambito processori, Google in ambito motori di ricerca e web più in generale, Facebook in ambito social networking, eccetera).
Vi sono state, nel corso della storia dell’uomo, altre ideologie che basavano il proprio esistere sull’assunto che l’uomo è sostanzialmente buono:
1) il comunismo
2) l’anarchia
Ambedue queste teorie, per quanto affascinanti e, purtroppo, per quanto incredibilmente distorte e piegate ai desiderata particolari di coloro che le hanno assunte a forma di governo (comunismo) o hanno cercato di metterle in pratica (anarchia), hanno fallito inesorabilmente.
E lo stesso, inevitabile, destino accadrà anche al liberismo: perché l’uomo è un animale che pensa prima di tutto a se stesso.
La storia del genere umano è si costellata di eroi, di valorosi, di persone che hanno agito spinte da un interesse superiore. Ma quante sono, invece, quelle che hanno agito per mero interesse e tornaconto personale? O, peggio, quanti hanno creduto di esser mossi da un afflato generale creando, però, alcune delle più grandi disgrazie che la storia umana ricordi. Esistono si le Giovanna d’Arco o le Madre Tersa di Calcutta; ma allo stesso tempo sono esistiti i Mussolini, gli Hitler, i Franco, gli Stalin: persone che credevano di agire nell’interesse della nazione eppure hanno creato alcuni dei più gravi massacri che la storia ricordi. E lo stesso vale per i Carlo Magno, per gli Attila o i Cesare o i Napoleone. Grandi figure storiche: alcune credevano di esser mosse da un interesse superiore ma hanno creato gravi nocumenti, mentre altri erano solo piccoli egoisti narcisisti.
Il grosso problema di tutte le teorie, politiche od economiche, che si basano sull’assunto che l’uomo tende al bene alla collettività saranno sempre destinate a fallire: gli stronzi e i figli di puttana sono, in questo globo terracqueo, la vera maggioranza.

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