@fabriziobarca @civati @pdnetwork  Sul PD del futuro
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@fabriziobarca @civati @pdnetwork Sul PD del futuro

Il Partito Democratico è a un bivio: o va verso una cristallizzazione dell’esistente, nella speranza, che ritengo vana, di salvare capre (i dirigenti) e cavoli (gli affari, le banche, Lega Coop); o cambia radicalmente, diventando un partito attento alle richieste che vengono dagli italiani, oltre che dai loro iscritti, per dimostrare finalmente che la politica e la finanza viaggiano su due binari paralleli.

Il PD ha, al suo interno, diverse anime: dai più centristi ai più “sinistroidi”, per tacere delle varie correnti personali: dalemiani, bersaniani, veltroniani, eccetera.
Il PD nasce sull’imitazione, mal riuscita devo dire, di copiare il modello di grande partito statunitense.
Il fatto che negli States l’obiettivo di squadra è primigenio rispetto agli interessi personali non dev’essere entrato nelle zucche, forse vuote o quasi, dei fondatori: qui in Italia il successo personale o la vendetta trasversale costituiscono il succo della politica di piccolo, piccolissimo cabotaggio messa in atto dalla dirigenza (non solo)piddina.

Prova ne è l’elezione di Napolitano: l’ennesima conferma che certo PD preferisce essere la gamba di supporto del Sith di Arcore, del diversamente abile, di colui che non dovrebbe neppure sedere in Senato; piuttosto che votare per Rodotà.
Perché se lui sparisse dalla scena politica italiana, sparirebbe anche certo PD: perché questo non è un partito capace di fare politica per, ma solo di farla contro. Soprattutto contro Berlusconi, ma anche contro il MoVimento 5 Stelle. E, per assurdo, contro i suoi stessi elettori o contro gli italiani.

E se il nuovo che avanza è Renzi, e mi rivolgo agli amici iscritti al PD, siete finiti: se va bene è D’Alema 2.0, se va male è Berlusconi 2.0. Ma, dopotutto, Silvio e Massimo si stimano, si rispettano e si inciuciano dai tempi della bicamerale, no?
Se volete avere un futuro dovete puntare con forza o su Civati o su Barca.

Il PD, se vuole avere un futuro, deve rottamare l’attuale classe dirigente, compresi i falsi giovani nati stravecchi Letta e Franceschini, per cambiare completamente direzione: non più contro ma per.
Per ricostruire e rinnovare l’Italia, ringiovanire un sistema burocratico e giurisprudenziale antiquato ed incancrenito, per abbassare le tasse e far si che le paghino tutti.
Per diventare, se la parola non vi disturba, come noi grillini: l’altra gamba del rinnovamento.
E non solo a parole.

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