Ius sola
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Ius sola

No, non è un typo, ma un intervento a gamba ben tesa sull’annosa, noiosa e stupida questione dello ius soli.
Premessa: non è vero, come dice certa sinistra fricchettona e radical chiccosa, che è presente in tutta Europa, anzi.
Gli stati che la applicano, nel vecchio continente, sono:
Grecia
Francia
Portogallo
Irlanda
Regno Unito
Germania
Finlandia
(l’elenco, preso da Wikipedia, è contraddetto da Reset, Flash Giovani, Il Post, Il Giornale ed altri)
In totale 7 (sette!) nazioni Europee su 49 (fonte: Wikipedia) applicano questo diritto di cittadinanza per nascita.
Sette su quarantanove… mumble mumble, cari centrosinistrati: non tutta Europa, ma solo una minima, minimissima parte della stessa lo applica.
49 è l’Europa che più Europa che non si può?
Vogliamo limarla?
Ok, 7 su 27 (paesi UE) o 7 su 17 (area eurodisastro)?
Sempre minoranza è, a meno che voi, dall’alto della vostra finta intelligenza vera stupidità da salotto o talk show (must go over), non abbiate deciso per la dittatura della minoranza, visto che quella del proletariato l’avete abbandonata ever and forever.
Gli altri applicano lo ius sanguinis, esattamente come l’Italia, o un mix tra i due diritti.
Se poi si legge attentamente, la Francia (primo paese ad adottare questo diritto nel lontano 1515), così come altre nazioni, impone che i genitori del nascente cittadino francese siano residenti oltralpe da almeno 6 anni. Limiti simili vengono adottati anche in altre nazioni europee.
Il grosso problema di uno ius soli senza controllo, o non limitato a chi risiede nel nostro paese da N anni (da un minimo di 5 a un massimo di 10), è che, come ha fatto notare il presidente del Senato Grasso, ci sia un affollamento di puerpere straniere (principalmente dal lato sud del Mediterraneo o dai paesi dell’Est).
Io penso che vadano prima di tutto garantiti i diritti dei cittadini italiani.
Vi faccio un esempio pratico, una storia vera:
un cittadino magrebino è arrivato in Italia e scopre di avere una malformazione (la scoperta è avvenuta da quando era in Italia da diversi mesi). Risultato: una bella pensione d’invalidità perché non si può non dargliela.
Se penso a quanti anni dovette penare il mio defunto padre per avere una pensione, che gli spettava di diritto,di guerra; quanti viaggi a Roma dovette fare; quante visite mediche; quante scartoffie; quanto tempo perso…
Mio padre la ebbe vinta dopo decenni, il magrebino (che conosco bene e di cui sono in confidenza) dopo pochi mesi, una sola visita e la compilazione di un modulo.
Si, è vero che la penisola pullula di falsi invalidi, mentre lui lo è veramente, ma almeno decidesse di prendere la nostra cittadinanza per pagare le tasse…e invece no.
Lavora in nero, dichiara solo la pensione d’invalidità, manda i figli a scuola pagando pochissimo di mensa e scuolabus perché il reddito della sola pensione è basso… a me questo buonismo per cui a loro tutto e noi dobbiamo penare anni affinché ci venga riconosciuto un elementare diritto fa incazzare e non poco.
Ma cerchiamo di non farci offuscare la mente da tristi ricordi e veniamo a bomba.
Io penso che sia più importante, per un cittadino straniero che vive e lavora in Italia, ottenere più facilmente rispetto ad adesso la cittadinanza italiana, e andare oltre quell’aborto giuridico che è la Bossi-Fini (la coppia più penosa del mondo).
Dopotutto se io, straniero, posso diventare cittadino italiano dopo 10 anni in cui risiedo in questa terra, non vedo perché cambiare la legge. Si potrebbe abbassare il limite degli anni di residenza effettiva fino a un minimo di 5, ma non oltre.
Si dovrebbe poi dare un esame di lingua italiana, giurare di rispettare la Costituzione e le leggi italiane.
Italiani de facto e de iure; cittadini italiani i cui figli saranno italiani a tutti gli effetti al momento del loro concepimento.
E’ troppo facile vivere da noi, rifiutarsi di prendere la nostra cittadinanza e poi volere che i figli diventino automaticamente italiani.
Non lo trovo giusto e corretto nei confronti dei tanti cittadini (ex)stranieri che hanno deciso di diventare italiani.
Inoltre qualcuno avverti il ministro Cecile Kyenge che un bambino figlio di statunitensi nato in una nazione che applica alla lettera lo ius soli è e sarà per sempre cittadino degli Stati Uniti, perché così prevede la loro legge. E, no, non potrà mai essere un cittadino italiano, o francese, o brasiliano. Si, perché vede, ministro, gli States applicano entrambi i principi: ius soli e ius sanguinis, e per un semplice motivo: allargare la base si persone che pagano le tasse negli e agli USA.
Non è che anche lei, per caso, dietro allo ius soli… eh?

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