Io, agnostico, estasiato da @Pontifex_it
, updated:

Io, agnostico, estasiato da @Pontifex_it

Il mio cammino di fede è lungo e travagliato.
Come quasi tutti i miei coetanei italiani nasco cattolico, e ha fatto persino il chierichetto ed il lettore per la mia parrocchia.
Mi piaceva farlo, e non per protagonismo o chissà che altro: quando si è bambini si pensa in maniera pura ed innocente.
Però, lentamente, mi sono allontanato dalla chiesa cattolica anche se ho fatto le superiori in un Liceo Scientifico privato, retto dagli Emiliani.
Ho di nuovo conosciuto uomini non solo di grande fede, ma aperti al dialogo: quando ci fu il referendum sull’aborto ci furono bellissime e dottissime discussioni sia durante le ore di religione che di filosofia. Si parlò anche del suo grande predecessore, quello sul divorzio (quando si votò, 1974, avevo 12 anni e i miei pensieri erano rivolti ad altro).
Non ebbi difficoltà a dichiararmi favorevole sia al divorzio che all’aborto, e per un semplice motivo: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” di Lao Tse (e pur avendo fatto lo scientifico ho una cultura umanistica) o, citando la Bibbia, “Ama il prossimo tuo come te stesso“. E’ vero, la seconda può esserti ritorta contro nel caso dell’aborto, ma facendo presenti i casi in cui la puerpera può essere in pericolo di vita o non desiderare il nascituro perché l’atto procreativo è dovuto a violenza sessuale ci impiegai poco a smontare e tesi del mio ottimo e compianto professore (devo dire che ebbi insegnanti sia laici che clericali di incredibile bravura; e non tutti, tra i laici, fedeli alla linea cattolica. Soprattutto il professore di Storia e Filosofia con cui conclusi il mio zoppicante corso di studi superiori, il mitico Paolo Aldo Rossi dell’Università di Genova. Con cui poi diedi due esami universitari, due trenta e lode netti giusto per).
Poi, dopo alcuni anni passati a bighellonare… a studiare duro supra i tomi universitari, ebbi la fortunata coincidenza di conoscere il pastore valdese di Rapallo.
Mi aprì un modo diverso, non miglior o peggiore, di intendere il rapporto della fede sia nei confronti di Dio che dei nostri simili.
Un rapporto basato sulla fiducia reciproca e, soprattutto, sull’etica.
Il che, per un fanatico di Max Weber come il sottoscritto, è il massimo.
Le sue opere, che iniziai ad apprezzare negli anni passati all’Alma Mater genovese, furono di fondamentale importanza per me e, soprattutto, per il mio percorso politico (di cui sono tornato ad occuparmene dopo una ventina d’anni scarsi): “L’onestà tornerà di moda”.
Poi, dopo che venne meno la guida valdese in quel di Rapallo iniziai un percorso che mi portò in un primo momento a ritenermi un credente non professante e, in seguito, un agnostico razionalista (“io so di non sapere”).
Ma vedere finalmente un Papa che dapprima si è dato il nome più difficile e, parimenti, più importante per i fedeli italiani (alcuni, non tutti): Francesco, come il poveretto d’Assisi, il fondatore dei frati francescani, coloro che stanno dalla parte degli ultimi e non dei potenti. Un nome rivoluzionario, per certi versi dirimente, soprattutto per coloro che hanno tutto, protezioni in Curia incluse. Ma un nome che è il simbolo di una nuova era fondata sulla speranza e, si spera, sulla carità veramente Cristiana: dove chi può aiuta realmente, e non solo a parole o per detrarlo dalla dichiarazioni dei redditi, chi non può.
Che abbia come collante, come cemento, come mastice, come pietra fondante un’altra parola parimenti rivoluzionaria: Amore.
Ma questo pontefice non si è limitato al nome, è andato oltre: Egli agisce e, prima Guida che ci riesce nell’arco della mia vita, riesce a farmi trasalire e meravigliare usando un’altra delle parole più rivoluzionarie e belle che mai siano state coniate: Etica.
Perché senza di essa la società diventa gretta, si abbruttisce, ed il materialismo storico prende il sopravvento.
No, Francesco, non tornerò nel seno della Chiesa ma permetti a questo appassionato di Max Weber e di etica di sussurrarti nell’orecchio o, se preferisci, di gridare al mondo il suo grazie nei tuoi confronti.

↑ Up