Un paese in ostaggio
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Un paese in ostaggio

L’Italia è, da ieri, un paese temuto in ostaggio per gli interessi privati di una sola persona, Silvio Berlusconi, e di un solo partito, il PDL (Partito dei Lestofanti), con la complicità idiota e supina del PD (Partito Diviso)

 

 

Che è successo? Semplice: il PDL è incazzato nero perché il suo boss (perché non si tratta di un leader ma di un vero e proprio boss) ha fissato l’udienza per il processo Mediaset al 30 luglio. Tutti a lamentarsi che da noi la giustizia è lenta e quando da un segnale di celerità ci si arrabbia?
Lo so, siete abituati ad arrancare come mansueti cagnolini, con la lingua fuori ed l’unico neurone ormai andato, dietro a quello che dice Silvio o, al limite, la Santadechè.
Mentre i deputati del PD sembrano un branco di leprecani senza arte ne parte (a parte un paio, ma giusto un paio, che difatti non contan nulla).
Ci sono questioni importanti su cui decidere: dall’IVA all’IMU, dagli F35 alla TAV, dagli aiuti alle PMI per andare a quelli alle famiglie in difficoltà.
Ma chi se ne frega, vero, se il paese reale va in bancarotta, vero?


L’importante è salvare il culo di Silvio B e del gruppo Mediaset (e, ricordiamolo, molti esponenti di primo ma anche di secondo piano del PD sono sotto contratto con Mondadori), e che il resto vada pure a puttane, no?


Vi posso dire una cosa nell’orecchio? Venite vicino che ve la bisbiglio piano piano:
vaffa

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