@EnricoLetta @emmabonino  @eu_eeas Basta ipocrisie
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@EnricoLetta @emmabonino @eu_eeas Basta ipocrisie

L’incompetente Baronessa Ashton di Upholland (per gli amici Fido o Katy), Alto (basso, meglio) rappresentante dell’Unione per (giro di squillo di Papi e rolliamoci un cannone) gli affari esteri e la politica di sicurezza (e come se io mi dedicassi all’astrofisica, materia di cui notoriamente non so una beneamata fava) ha ruggito, ed i topolini delle varie nazioni che comprendono l’Unione (dove?) Europea hanno squittito, ubbidienti.
Magari Katy, Baronessa Ashton, prima si è consultata con i Duumviri Euristi Merkel e Hollande. O forse no, non lo so e non mi interessa.
Quello che so è che sia il nostro… vostro, grazie, io passo… primo minestrino Enrico o’nipote Letta e la sua minestrina degli esteri, la rotfl radicale Emma Bonino (what about Chicco Forti? Fotte sega, vero?) hanno latrato all’unisono contro i generali egiziani.
Ora, è vero che quello che sta accadendo nella sponda sud del Mediterraneo non è un bel vedere, ma il mio consiglio (anche ai Duumviri ed alla Bassa Commissaria Incompetente) è di riflettere prima di parlare.
Chi si sta realmente fronteggiando in Egitto?
Chi sono i veri protettori della democrazia egiziana?
Quali sono gli alleati di un fronte e quali quelli dell’altro?
Intanto facciamo un passo indietro: perché Morsi è finito in galera?
Quanti erano gli egiziani che hanno protestato, al Cairo ma anche nelle altre città egiziane, contro il deposto presidente Morsi?
Le cifre dei manifestanti anti Morsi non sono sicure: c’è chi dice venti, chi trenta, chi vaneggia addirittura di cinquanta milioni di manifestanti (personalmente ritengo più credibile 30 milioni o poco meno).
Quanti sono i manifestanti pro Morsi? tra i due ed i tre milioni.
Da quando tre è maggiore di venti? Ma anche fossero stati dieci o cinque, sarebbero stati in numero più alto dei manifestanti favorevoli al deposto presidente Morsi.
E dato che in democrazia i numeri hanno la loro importanza direi che, al momento, chi manifesta a favore di Morsi lo fa non tanto nell’interesse del paese o della democrazia quanto in un sistema di potere tipico del mondo arabo: quello dell’aiuto reciproco.
Che, attenzione, di per se non è affatto sbagliato, ma al solito il problema è l’uso che se ne fa di questo sistema.
Se lo uso in maniera meramente clientelare non faccio un favore a tutto il popolo ma solo a coloro che sono vicini alle mie posizioni.
Ed è quello che hanno fatto i Fratelli Musulmani, in questo molto simili ad Hezbollah o Hamas.
Ma, almeno, i palestinesi non guardano in faccia chi aiutano: lo fanno in maniera indistinta, meramente coranica.
Mentre la controparte egiziana è più simile a quanto fatto dai partiti sciiti in tutto il mondo, in questo incoraggiati dall’Iran.
Se si guarda alla storia recente del mondo arabo e panarabo, il partito egiziano assomiglia, per certi versi, ai Talebani.
Forse meno radicali, sicuramente non laici e favorevoli a uno stato confessionale, sulla falsariga dell’Iran.
Il tutto tacendo dei Salafiti (circa un milione di persone, filo qaedisti), che ora sono all’opposizione dei Fratelli Musulmani ma per una mera ragione di puro calcolo opportunistico: ai loro occhi il partito del deposto presidente è troppo moderato.
Da che parte vuole stare l’Europa?
Da quella dei generali, con il rischio di un nuovo “nasserismo islamico” incarnato da al Sisi, che potrebbe diventare un nuovo Saddan Hussein, dalla parte di partiti che rappresentano l’estremismo islamico oppure mediare tra i generali e l’opposizione laica?
Io sono favorevole alla terza soluzione, mentre il mondo occidentale si sta suicidando sulla seconda, e con il rischio di trovarsi con la prima, condita con forte salsa islamista, in poco tempo.
L’Europa, e non solo lei, deve trovare persone con cui dialogare, e queste sono il movimento Tamarrod, che però ha una struttura spontanea e non leaderistica.
Così come deve ridare la palla della democrazia ai laici sia in Tunisia che in Libia.
Grazie ai francesi (notoriamente cazzari ed ignoranti) ora Al Qaeda ha basi molto comode a pochi chilometri dalle nostre (e pure dalle loro) coste; mentre in Tunisia, nel totale silenzio dei nostri media (Bahrein, do you remember?), i giovani protestano contro il governo del partito islamico Ennhada.
Ci stiamo lentamente suicidando e non ce ne accorgiamo neppure.

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