Arance spremute
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Arance spremute

L’ANCI, associazione nazionale comuni italiani, ha fatto una proposta al Presidente del Consiglio Enrico o’nipote Letta, che l’ha subito fatta propria.
Di che si tratta? In parole povere vorrebbero portare il limite massimo in città a trenta (30) chilometri all’ora.
L’idea in se e per se non è totalmente sbagliata, ci sono zone (non intere città o paesi) in Francia dove il limite è quello e se lo trasgredisci ti mettono a 90°, oltre a fare in modo che, comunque, tu non possa andare più veloce.
E, no, senza quegli orribili dissuasori di velocità che causano cervicali o peggio, bensì tramite dei passaggi pedonali elevati, di cui parlai in altra sede e che sono presenti anche in alcune realtà italiane.
Ora, quello che mi chiedo è: perché una richiesta del genere?
Per diminuire il numero d’incidenti in Italia?
Se il motivo è questo basterebbe che le varie polizie municipali (preferisco vigili urbani, sono della vecchia scuola); invece di dare multe solo e soltanto a chi posteggia male o a chi gli è scaduto il disco orario (eccetera), limitandosi a piazzare radar, autovelox ed altri strumenti per rivelare la velocità elevando multe che ingrossano le casse del comune, in genere oberato da debiti assurdi; si mettessero a far rispettare seriamente il codice della strada: non hai le cinture di sicurezza? il casco è slacciato? stai usando il cellulare tenendolo in mano? sei distratto alla guida? non rispetti la velocità minima? guidi in maniera sconsiderata? Multa, multa ed ancora multa. Possibilmente introducendo quella progressività fiscale che male non fa. Perché un conto è elevare una multa da trecento euro a un povero cristo ed un altra a Pier Silvio Berlusconi.
Per tutelare pedoni e ciclisti?
Ottimo intento, concordo.
Però cosa gli fai al vecchietto che attraversa con il rosso? E ai ciclisti della domenica che, invece che in fila indiana, vanno in gruppone nemmeno fossero al Tour?
cicloamatori
(quello sopra è un comportamento vietato e sanzionato dal Codice della Strada)
Perché il codice o vale per tutti o per nessuno.
Non si devono fare figli e figliastri, utenti ci categoria A, di categoria B, di categoria C.
La Costituzione, a questo riguardo, parla chiara: siamo tutti uguali dinnanzi alla legge.
Sia questa penale, civile o amministrativa poco importa: o tutti uguali o nessuno uguale.
Ma il secondo caso significa anarchia.
No, non è per tutelare i ciclisti o i pedoni o per far diminuire il numero d’incidenti (il più alto d’Europa, giusto per) che ha mosso le coscienze dei sindaci.
No, hanno visto i magri bilanci in rosso dei loro comuni e un nuovo modo per spennare gli automobilisti (e tutti coloro che guidano un mezzo a motore) è quello di diminuire la velocità massima.
Già molti fanno fatica a rispettare i 50, figuratevi i 30.
Dopotutto è più semplice e facile abbassare la velocità massima che fare investimenti a medio e lungo termine sulla mobilità urbana pubblica tramite mezzi a bassa o nulla emissione inquinante, istituire o potenziare servizi di bike sharing e far si che gli italiani inizino ad abbracciare la mobilità privata basata su mezzi elettrici e ibridi.
Dopotutto è più facile navigare a vista che avere piani coerenti di mobilità per il lungo termine che non prevedano appalti ai soliti purtroppo ben troppo noti.
Giusto per: parecchi anni fa, una decina circa, mi arrivò una multa dal comune di Varese Ligure per eccesso di velocità: tolto il 5% di margine d’errore stavo viaggiando alla pericolosissima velocità di 50,2 km/h.
Aggiungiamo il 5%? Ecco il risultato: 52,7 km/h
Chi riesce a vedere la differenza tra 50 e 53 su un tachimetro analogico da moto mi faccia un fischio.
tachimetro

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