Camera doppia con (s)vista
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Camera doppia con (s)vista

L’Italia è, in teoria, una Repubblica parlamentare di tipo “bicameralismo perfetto”.
Detto in parole povere ambo le camere hanno gli stessi, identici, poteri
Attualmente si teorizza di trasformare il Senato della Repubblica in “Camera delle Autonomie“, in rappresentanza degli enti locali.
Ma un ramo del parlamento con siffatte funzioni avrebbe forse la sua ragion d’essere in una Repubblica Federale (Germania, Svizzera, eccetera).
Lo siamo?
No, pertanto sarebbe un’idea da cassare tramite via referendaria anche se due nazioni non federali, Spagna e Sudafrica, hanno un sistema simile.
Non conosco la realtà sudafricana, ma quella spagnola si: li gli enti regionali godono di ampia autonomia dallo stato centrale, tanto che si chiamano Comunità Autonome
spagna
pertanto potremmo forse definirlo uno stato federale de facto e non de jure.
Un’altra domanda che ci si potrebbe porre è: ma è per forza obbligatorio il bicameralismo?
Assolutamente no, anzi: esistono diverse nazioni monocamerali (in marrone, quelle in nero non hanno nessuna camera):

Però, visto che ormai vi siamo abituati, perché non tenerlo?
Uno potrebbe dire: per una questione di costi.
In effetti noi abbiamo il parlamento più costoso del mondo occidentale, o, quantomeno, per quella lista di parlamenti che ha un bilancio pubblico.
E, allora, perché non iniziare sfrondando pesantemente il numero dei componenti di ambo i rami del Parlamento?
Tenendo conto che abbiamo ben 630 deputati e 315 senatori (la metà esatta dei deputati), a me pare che anche dimezzando il numero (anche perché 315 non è divisibile per 2) dei membri di ciascuna camera non si vada molto lontano.
Dal mio punto di vista serve una camera bassa composta 210 deputati e una camera alta, dei cui poteri parlerò in seguito, composta da 105 persone.
Sarebbe lo stesso sistema, ma adattato alla realtà italiana, usato negli Stati Uniti.
Esattamente un terzo degli attuali componenti, mentre i due terzi se ne starebbero tranquilli a casina a godersi quegli immeritati privilegi che la legge concede loro.
O a lavorare, che male non fa.
E un siffatto sistema non avrebbero più ragion d’essere i senatori a vita, ma non solo.
Tutti i benefici di cui godono gli ex presidenti dei due rami del parlamento devono venir cancellati, e lo stesso deve valere per tutti i privilegi che hanno avuto finora.
Dalle auto blu alle scorte, dai lauti stipendi ai rimborsi spesa ad capocchiam.
Perché se noi italiani dobbiamo tirare la cinghia loro non possono fare altrettanto, se non di più?
Il tutto con che sistema elettorale?
Tenendo conto che, per l’articolo 57 della Costituzione, il Senato viene eletto su base regionale, si potrebbe fare in modo che 100 senatori siano espressione delle 20 regioni e 5 dei cosiddetti collegi esteri.
Per semplificare la procedura si dovrebbe, a mio avviso, usare la stessa metodologia anche per la camera bassa, e basterebbe raddoppiare i numeri.
In un’ottica simile verrebbe più facile e comodo, per la creazione delle circoscrizioni elettorali, il sistema proporzionale.
Ma anche il maggioritario avrebbe la sua forza.
Intanto il numero dei senatori, se veramente si vuole trasformalo in una “Camera delle Autonomie”, dovrebbe essere uguale per tutte le regioni: cinque a testa.
A questo punto si prende il numero dei cittadini di ogni regione di età almeno pari ai 25 anni, dividerlo per 5, e creare circoscrizioni il più possibile numericamente omogenee.
Mentre alla Camera si potrebbe adottare un sistema di circoscrizione basato sul numero degli abitanti: una ogni X (e qui, scusatemi, passo la mano: con i miei voti in matematica ci si giocava la schedina) abitanti. E la X andrebbe calcolata in base al numero di cittadini italiani aventi diritto al voto (dai 18 anni in su).
E’ altrettanto vero che si potrebbero creare le circoscrizioni per la camera bassa adottando un sistema più semplice, prendendo ad esempio come base le (prima o poi ex?) province, che in totale sono 110.
Ma i metodi per definire territorialmente una circoscrizione elettorale sono diversi, e prenderli in esame ci porterebbe semplicemente fuori strada, essendo questo un mero dettaglio tecnico. Importante, è vero, ma è pur un dettaglio all’interno di un disegno più grande e, soprattutto, più importante.
Si, ma in tutto questo che ruolo avrebbe la “camera alta”?
Alla prossima puntata.

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