Un blues lungo una vita
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Un blues lungo una vita

Dio dice di perdonare il nostro nemico… é difficile ma si può cominciare dicendo la verità
Nessuno mi aveva mai chiesto cosa provavo ad essere me stessa. Quando ho detto la verità mi sono sentita libera.

A volte il coraggio salta una generazione, e tu lo hai riportato nella nostra famiglia.

Può un film drammatico, lievemente iconoclasta (Martin Luther King, John Fitgerald Kennedy) e profondamente femminile essere così lieve da essere un vero balsamo per l’animo umano? Si, perché è esattamente questo che è The Help.

Drammatico, perché racconta la vita e le vicissitudini delle cameriere di colore nella Jackson, Mississippi, del 1962.

Iconoclasta perché, anche se non appaiono mai, le figure di King e Kennedy appaiono pesantemente sullo sfondo di un profondo sud ipocritamente razzista

Profondamente femminile perché è basato su un libro scritto da una donna, e soprattutto interpretato da un cast di grandi attrici capitanate dalla splendida Viola Davis e dalla bravissima Olivia Spencer. Per tacere della presenza di una grande attrice come Sissy Spacek. I personaggi maschili sono un mero contorno, come una pannocchia di mais servita con il pollo fritto.

Ma il razzismo di Jackson, Mississippi, non si ferma alla gente di colore. Si sa che la gente da buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio diceva l’eterno Faber, ed ecco che le brave ragazze bianche della Junior League se la prendono anche con chi non vuole assimilarsi a loro o, piuttosto, viene visto come un elemento di disturbo.

Film forte nelle tematiche, ben narrato, ma non scevro da difetti: il forte tasso di saccarosio presente in alcune scene finali ne è l’esempio più eclatante.
Film non perfetto ma che ne tende verso, con un impatto visivo a dir poco stupefacente, una regia molto buona anche se decisamente troppo tradizionale per i miei gusti, una narrazione splendida, una scenografia da sballo e, ultima ma non meno importante, una splendida colonna sonora.

E ci dimostra come negli States l’antica arte di fare grande cinema non è andata dispersa in rivoli di supereroi in calzamaglia o filmacci di quart’ordine che vogliono passare per grandi pellicole.

Perché

Tu sei brava. Tu sei carina. Tu sei importante.

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