Legge elettorale à la cazz
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Legge elettorale à la cazz

Oggi vi porto nella fantomatica trattoria “da Beppe”.
Entriamo e il proprietario, un uomo burbero ma gentile, dopo averci fatto accomodare, ci chiede:
“Di primo riso o pasta? Non potete scegliere ognuno quello che vuole, vince la maggioranza”
Ci si guarda negli occhi e, plebiscitariamente, vince la pasta.
“Bene, ora secondo passo: la volete con lo zafferano o con il pomodoro?”
Scusi, posso cambiare voto, perché a me il risotto alla milanese piace moltissimo.
Anche a me. Pure a me.
In pratica tutti vorrebbero cambiare il voto, ma non si può.
Ed è così che mangiarono pasta al pomodoro.
Non perché gli piace, ma perché così avevano deciso “democraticamente”.
Ecco, prendete il metodo della trattoria “da Beppe” per scegliere il menu e portatelo nell’alto ambito della creazione di una legge elettorale.
Prima abbiamo scelto se proporzionale (1946-1993, Porcellum e Italicum) o maggioritario (Mattarelum, anche se ha una correzione proporzionale).
Ora tra listone nazionale, lista intermedia o uninominale.
Ora, l’uninominale si accoppia benissimo al maggioritario e malissimo al proporzionale.
Così come lo zafferano va con il riso. Anche con la pasta, ma sono ricette più elaborate. E meno famose del risotto alla milanese.
Risotto-alla-milanese-nel-piatto
E’ la morte sua.
Alla fin fine da questa serie di domande potrebbe uscire una specie di Italicum o di Porcellum, ma con le preferenze.
Un “preferenzellum”.
Il problema è che non siamo in trattoria o in un racconto fantastico, ma nel duro e meraviglioso mondo delle scienze politiche.
Li, dove una legge elettorale non è decisa da due capibastone (Renzi e Berlusconi), e neppure da qualche decina di migliaia di attivisti che scelgono randomicamente, avendo poca o punto conoscenza della materia, visto e considerato che ci sono attivisti che pensano che in Francia si voti con il proporzionale o che suppongono che Porcellum e Italicum siano a base maggioritaria.
No, una legge elettorale è come un abito fatto su misura: va creata ad hoc per lo Stato.
Io avrei agito in maniera totalmente diversa, portando N leggi elettorali fatte e finite all’attenzione degli iscritti: metodo Shulze, metodo svizzero, maggioritario uninominale secco, eccetera.
Troppe le variabili per crearne una “ad minchiam” o “ad candidatum” o “ad partitum” (a meno di non essere in Bangladesh).
Esempio, tratto da Wikipedia, di sistemi elettorali e criteri:
sistemi&criteri
A meno che il fantomatico titolare della trattoria “da Beppe” non sia così bravo ed abile da portarvi ad assaggiare delle vere prelibatezze culinarie o, nel caso della legge elettorale, non ci conduca a scegliere il sistema elettorale svizzero, che è il mio preferito.
Nel qual caso mi leverò tanto di cappello.

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