The millennium bus
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The millennium bus

locandinapg1Il passaggio al nuovo millennio (che, matematicamente parlando, è avvenuto tra il 2000 ed il 2001) o meglio, la catarsi e la nemesi che si avvicinava con l’approssimarsi dell’anno 2000 (dopo il “mille e non più mille” di un millennio prima) ha affascinato moltissimi registi, sceneggiatori, scrittori e varia umanità.

Tra i tanti che si sono fatti prendere la mano da questa nuova moda vi è la premiata (ex) coppia Bigelow&Cameron. Ormai divorziati, danno vita, nel 1995, ad un film che fece, ai tempi, un discreto flop ma che su IMDB viene premiato da un sonoro 7.1

Lei che veniva dal successo di Point Break, un giallo su una banda di surfisti che rapina banche indossando maschere di ex presidenti, è alla regia. Lui che era stato baciato dalla fortuna con Terminator 2 – Il giorno del giudizio, alla produzione ed alla sceneggiatura. I pareri su questo film sono parecchio discordanti: chi lo elogia come capolavoro, chi lo stronca come tavanata galattica. Chi ha ragione?

Il film è un misto di generi: si va da una pseudo-fantascienza con elementi visivi alla Blade Runner al thriller che prende alcuni spunti da 1997: Fuga da New York. Non mancano un pizzico di dramma e una punta di romanticismo. In teoria gli ingredienti ci sono tutti, ma nella pratica?

Da un punto di vista meramente visivo è una vera gioia per gli occhi, anche se certe citazioni talvolta sconfinano nella scopiazzatura pura e semplice. Recitativamente parlando nulla da dire, con una Angela Bassett in stato di grazia divina ed una Juliette Lewis che difficilmente avrebbe fatto di meglio, soprattutto nel nuovo millennio. Non male anche il cast maschile, ma è quello femminile che si prende gli onori della cronaca. Ça va sans dire…

Ma mentre la (ex) mogliettina svolge diligentemente il suo compito, il (ormai ex) marito che combina? Far bene un cocktail con tanti ingredienti non è da tutti i barman. Preparare una pietanza con tanti gusti talvolta in contrapposizione tra loro, è arte riservata ai migliori chef. E lo stesso vale per la narrazione di una storia che sia su libro o su pellicola.
Sì, la storia c’è, lineare e, talvolta, troppo ovvia, ma il nostro vuole strafare, unendo millenarismo, poliziotti assassini, droghe visive e mille altri ingredienti in un plot che gli prende fin troppo la mano fino a scappargli via dalle dita, se non con un’ovvia sterzata nel finale. E posso capire la vittoria dei buoni sui cattivi, ma c’era davvero bisogno di quel bacio finale? O non è un arruffianamento totale verso un certo tipo di pubblico troppo abituato al “happy end” a 360°? Eh, signor “King Kong”? O la devo chiamare James “Titanic” Cameron?

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