Legalità e illegalità
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Legalità e illegalità

Posso dire che quelli che vanno sbraitando di stare “dalla parte della legalità” hanno sostanzialmente rotto il cazzo?
Perché, ci sono cittadini comuni (non parlo dei criminali) che stanno dalla parte dell’illegalità?
Avete mai visto uno andare in giro con due Kalashnikov (se AK-47 o AK-74 sta a voi deciderlo), uno per mano, a trucidare i passanti, così per sport?
Avete mai sentito di uno che ha piazzato mine antiuomo nelle più affollate vie delle principali metropoli italiane, giusto per fare qualcosa?
Qualcuno avrà mai pensato di piazzarsi in cima al Cupolone e, armato di SR-25, far fuori tutti i fedeli che assistono alla messa del Papa?
No, vero?
Poi ci sono gli altri, forse ancor più pericolosi, che fanno i garantisti a targhe alterne.
Quelli per cui Berlusconi, pluri indagato e condannato in via definitiva, è un santo perseguitato dalla temibile Magistratura Rossa; mentre Casamonica è un pericolosissimo criminale neppure degno di un funerale normale nonostante non sia mai stato condannato neppure in primo grado, assegni cabriolet a parte.
Non capisco e neppure mi adeguo: anarchico sempre e comunque, libero di pensarla come voglio anche andando contro il comune sentire della maggioranza della popolazione mondiale.

Noi viviamo in uno Stato che viola spesso e volentieri le leggi che egli stesso emana (il caso più recente ed eclatante è quello dei trasferimenti alle regioni) o che ha contribuito ad emanare in sede sovranazionale (quote latte, gestione dei rifiuti) e che, in linea puramente teorica (da noi la pratica è ben altro), dovrebbe far rispettare.
Il tutto tacendo delle costanti emergenze (carceri, che tale non è), della mancanza di rispetto dei diritti umani (carcerati, omosessuali, eccetera) o gli abusi (intercettazioni) che lo Stato centrale, o suoi organi, commette quotidianamente.

E quelli che dovrebbero incazzarsi per le violazioni di legalità da parte dello Stato che fanno?
Al massimo, e rigorosamente sui social network, tra la condivisione di una bufala e quella di una balla sesquipedale, si indignano per il vistoso e poco cristiano funerale di un sospetto  boss della malavita romana, condannato in primo grado per truffa per aver comprato una Ferrari e altri macchinoni con assegni “cabriolet”.
Poi a Casamonica la morale gliel’ha fatta quel Vittorio Sgarbi; pluricondannato ed ex sindaco di Salemi, comune poi sciolto per infiltrazioni mafiose; che alcuni vorrebbero come Presidente dell’Ente Parco di Portofino.
La beffa finale: il pregiudicato, che tanto difende il suo parigrado Silvio B, che parla male del sospettato.
Ci sarebbe da ridere se non fossimo in Italia.

Ma, dopotutto, lo Stato, in linea teorica, siamo noi; mentre Casamonica ha la grave colpa di essere un rom.
E noi italiani siamo bravissimi a prendercela con l’altro, il diverso (gay, migranti, rom, sinti, africani, asiatici, eccetera); ma siamo totalmente incapaci di prendercela con noi stessi per l’inettitudine dello Stato a rispettare le sue stesse leggi.
O per la nostra incapacità a rispettare le leggi dello Stato.
Nessuno è mai razzista, soprattutto i razzisti; nessuno è mai corrotto, soprattutto i corrotti; nessuno è mai corruttore, soprattutto i corruttori; nessuno è mai ladro, soprattutto i ladri. Eccetera.
E, ovviamente, tutti corretti al volante, senza mai superare i limiti di velocità, tutti con le cinture, con il cellulare attaccato alla presa del vivavoce, rispettando gli stop, i passaggi pedonali, posteggiando nei limiti e nei posti giusti, che non dicono mai “un momento e mi levo che devo…” al vigile, che rispettano le ZTL, i semafori, nessuno che abbia mai attraversato con il rosso…

La frase più celebre?
“Chi, io?”

Questo deriva, in parte, dalla morale cattolica, di cui è permeata gran parte dell’opinione pubblica nazionale: ci autoassolviamo per qualsiasi cosa, dalla marachella al peggiore dei crimini, ma siamo totalmente incapaci a compiere il più cristiano, e per questo non cattolico romano secondo la visione distorta che ne ha la media degli italiani, degli atti: perdonare gli altri.

Noi siamo sempre innocenti, gli altri perennemente colpevoli.

A quando una versione meno miope, meno stupida, più reale della vita e del mondo?

(immagine di testata © by ANSA/Massimo Percossi, tutti i diritti riservati)

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