L’ipocrisia europea
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L’ipocrisia europea

Il dramma che vivono i migranti che, dal sud del mondo (Africa, vicino e medio Oriente, centro e sud America) si dirigono da tempo verso il ricco nord (Europa, Stati Uniti, Canada, ma anche Australia e Nuova Zelanda), è sotto gli occhi di tutti da molto, troppo tempo.
L’Europa, finché il dramma coinvolgeva solo nazioni sotto dittatura o i migranti cosiddetti economici, non ha mosso un dito per aiutare le nazioni mediterranee.
E anche con lo scoppio della guerra civile siriana, con l’avanzata dell’Islamic State in Siria ed Iraq, non ha fatto nulla per molto, lungo tempo.
Poi, d’improvviso, quando i flussi non riguardano più la povera Italia o i territori africani della Spagna (Melilla, Ceuta, Canarie), ma si allargano coinvolgendo prima il passo di Calais (Eurotunnel) tra Francia e Gran Bretagna, poi la Grecia, la Turchia e l’est Europeo, ecco che, d’improvviso, questi flussi migratori diventano una priorità europea.
E in quale modo l’Europa ha mal pensato di risolvere il problema?
Semplice: dividendo i migranti in due categorie: quelli buoni che scappano dalla guerra (siriani, non contando da chi scappa dai conflitti dimenticati), e quelli cattivi che scappano da pessime condizioni socio-economiche o da feroci dittature (molto spesso le due cose coincidono).
Lasciamo da parte gli egoismi magiari, con l’Ungheria che erige “muri” a destra e a manca, sulla falsariga di quanto fatto dalla Spagna sia a Ceuta che a Melilla.
Poi c’è chi, disperato, ci prova comunque

e chi, già ricco, recinta tutti
muro spagnolo.
Sorpassiamo pure quanto avviene al largo delle coste turche e greche:
turchia

originale by Nawal Soufi

originale by Nawal Soufi
Poniamoci una domanda: è giusto, moralmente ed eticamente, distinguere tra chi scappa da una guerra, e da chi dalla fame e/o dalla tirannia?
Soprattutto se si considera che noi europei, nei secoli passati, siamo stati migranti economici (si, anche i tedeschi, i danesi, i francesi, gli inglesi e tutti quei popoli che fanno tanto gli schizzinosi) verso il nord ed il sud America (per quanto riguarda noi italiani è interessante ed istruttiva la visita del Museo del Mare e delle Migrazioni all’interno della struttura Galata Museo del Mare)
nuoto
Noi europei o, meglio, le istituzioni che ci rappresentano o, per meglio dire, dovrebbero farlo siamo così vergini, così innocenti nei confronti delle barbarie che stanno accadendo in Africa o nel vicino e medio Oriente?
Non siamo stati forse noi europei, soprattutto i governi delle disgrazie “in B”, nella fattispecie Blair e Berlusconi, a cercar di convincere il mondo che, si, Saddam andava detronizzato perché aveva armi di distruzione di massa, accusa poi rivelatasi falsa?
Non siamo stati forse noi europei, con a capo il francese Sarkozy (e, per una volta, Silvio B ci vide giusto), a detronizzare Gheddafi?
Per (anche) colpa nostra due delle aree più calde del medio oriente non avevano più un uomo forte che potesse porre un freno al terrorismo di matrice islamista, e neppure a quello di matrice europea e/o occidentale.
Eppure noi Europei, sotto forma dell’istituzione nota come Unione Europea, ci arroghiamo il diritto di dividere i migranti in “buoni” e “cattivi”.
E mentre nel primo ci mettiamo chi scappa dal fronte siriano, nel secondo ci finisce un calderone incredibile di persone.
Però, come potremmo mai negare diritto d’asilo a chi scappa da una delle zone più povere del mondo, quel Sud Sudan di cui le cronache non parlano mai abbastanza?
Dove morire per avere un poco di benzina è, purtroppo, la normalità; dove è in corso una tremenda e incontrollabile “pulizia etnica” (non vi suona familiare?) e una guerra civile ad essa collegata?
E che dire di quella Eritrea con cui la UE ci fa lucrosisssimi affari nel mentre la popolazione ha addirittura paura di pensare?

Eritrea ONU by AdolfoSehnert


(Riassunto del rapporto ONU sui diritti umani in Eritrea e Report completo con prove documentali)
Con quale coraggio possono, le istituzioni europee e i loro stati membri, decidere chi accogliere e chi no quando, nel migliore dei casi, sono complici di chi ha commesso un genocidio?

Caritas e Migrantes: rapporto 2014

RAPPORTO 2014 by AdolfoSehnert

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