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Buoni vecchi giochi di un tempo

Mi chiamo Gerald di Rivia e sono un witcher, un cacciatore i mostri. E sono in prigione.
The Witcher 2 Assassins of Kings inizia con il nostro eroe rinchiuso nelle segrete del castello dei La Vallette, con una tremenda accusa sul suo capo. Quale non lo dico, perché raccontare anche un solo minuto della trama non è per niente piacevole. Il gioco è molto difforme dal suo predecessore: nel primo capitolo avevamo una struttura narrativa semplice con una base, Vizima, come base e luogo di quase tutte le missioni. Nel secondo capitolo i ragazzi polacchi di CD Project Red si sono affidati a una struttura narrativa in tre atti, legati tra loro da un solido filo conduttore narrativo.

Gameplay
Le meccaniche di gioco di The Witcher 2 Assassins of Kings non differiscono molto da quelle del primo capitolo. E’ il classico CRPG con un solo personaggio e con una storia a guidarne i movimenti. Le differenze principali, rispetto al predecessore, sono:
1) il Combattimento Dinamico, che nei primi dieci livelli rende il giocio decisamente piu’ difficile rispetto al primo. Che gia’ non era poi così facile
2) l’introduzione di Quick Time Events, per fortuna deselezionabile nelle opzioni in gioco (Sequenze Interattive Difficili)
Altra differenziazione, rispetto al primo capitolo, è il fatto che il Geralt conosce già i Segni. Scelta ovvia, visto che li aveva imparati prima. Stranamente, invece, non conosce nessuna ricetta di creazione. Comprensibile per quelle nuove, ma non per quelle vecchie. Le abilità di crescita del personaggio sono, invece, differenti. Non migliori o peggiori, semplicemente qui si percorre solo una via (Spada, Alchimia, Segni) invece che prendere tutto, o quasi, come avveniva prima. Una personalizzazione maggiore basata sui gusti ed sullo stile di gioco dell’utente. Magari e’ possibile prendere anche poche abilita’ per tutte e tre le Vie, ma e’ una scelta poco logica rispetto allo scegliere e massimizzarne una sola.
La rigiocabilitò del gioco è altissima, visto che alla fine del primo capitolo siamo portati a compiere una scelta che ci condizionerà per tutto il gioco. Perrtanto da quel mometo in poi avremo un gioco diverso in base alla nostra scelta. Altri bivi morali, di minor impatto sul gameplay, sono comunque presenti. Ed anche degli enigmi: alcuni facili, altri decisamente piu’ complessi.
Da notare, inoltre, che i DLC che verranno rilasciati nel tempo saranno totalmente gratuiti, assicurando al gioco una longevità senza pari.
Nota veramente negativa e’ il tempo effettivo di gioco: purtroppo è scandalosamente basso anche facendo tutte le side quest. Ovviamente parlo per una sola strada, se alla fine del primo capitolo lo si riprende compiendo una scelta differente si apre dinnanzi a noi una storia diversa.
Alcuni problemi di gameplay (tipo l’impossibilità di usare i tasti freccia al posto del classico WASD) sono stati risolti con l’introduzione della patch 1.1

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Grafica ed audio
Partiamo dal secondo aspetto, in genere molto sottovalutato: la colonna sonora del gioco e’ semplicemente divina, fatta in collaborazione con il gruppo folk-rock Żywiołak.

 

La grafica del gioco e’ a dir poco ottima, peccato pero’ che il motore grafico sviluppato in casa dai ragazzi polacchi, RedEngine, sia ottimizzato molto ma molto male: ha problemi sia su schede nVida, che è spondor del gioco, che su AMD/ATI.
La patch 1.1 mitiga in parte questi difetti, ma c’è parecchio da lavorare in quel di Vizim… Varsavia.
Curiosità: si può giocare a difficoltà Folle, che prevede il permadead (ovvero: una volta morto il personaggio non + più possibile caricare un salvataggio precedente). Mi piace il nome che gli hanno dato, visto che solo un pazzo ricorrerebbe a tale modalità di gioco.

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Storytelling
Adulta, matura, solida, energica, bella, spettacolare, ricca di colpi di scena: ecco, in poche parole, come un gruppo di ragazzi, in quel di Varsavia, insegni al mondo come vada narrata una storia. Molto piu’ bella non solo rispetto a quella, farraginosa, di Dragon Age 2; ma anche nei confronti del decisamente migliore, rispetto al suo seguito, Dragon Age: Origins. Non siamo ai livelli di Planescape Torment, forse il piu’ alto livello di narrazione mai toccato dal genere, ma qui siamo comunque su piani di assoluta eccellenza.
Come in DA2, anche in The Witcher la storia è divisa in tre atti. Ma. a differenza del titolo BioWare, sono posti nello stesso piano temporale narrativo.
L’uso, anche massiccio, di cutscene (che, per quanto ben realizzate, tolgono spazio ad ore gioco reali) lega in maniera splendida i vari piani narrativi, compresi gli spettacolari flashback del nostro eroe. Per i quali i programmatori hanno preferito usare una grafica piu’ cartonesca, bidimensionale, per farci capire che sono legate alla storia del personaggio ma non peculiari di questo capitolo. Si, perchè il nostro Geralt perse, nel primo capitolo, memoria di alcuni accadimenti del suo passato e in questo secondo gioco la memoria inizia a tornargli.
I dialoghi sono fenomenali, sia durante i filmati di intermezzo che nella narrazione classica durante il gioco.
La storia non e’ mai banale, ed e’ raccomandata ad un pubblico adulto: ci sono scene di sesso e di nudo.
I personaggi di contorno; sia quelli “classici” come Triss Merigold che Dandelion o il nostro amico nano Zoltan; che quelli nuovi, come Vernon Roche o l’elfo Iorveth; siono ben caratterizzati e ottimamente sceneggiati.
Al contrario di quanto avviene con DA2, che ha un unico finale, The Witcher 2 presenta ben 16 finali differenti, almeno stando a quanto dichiarato da CD Project.
Il doppiaggio, rigorosamente in lingua inglese con sottotitoli in italiano, e’ buono. A mio avviso hanno sbagliato la scelta della voce di Roche, ma sono quisquilie. Ci troviamo, dal punto di vista della narrazione di una storia, di fronte a un ottimo lavoro.
L’unico difetto, se proprio cercare il pelo nell’uovo, è che ci dice fin troppo chiaramente cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo gioco della serie.

Il mondo
Geralt non si muove piu’, come avveniva nel primo capitolo, in Vizima e dintorni. No, qui il nostro eroe spazia molto.
L’introduzione, invero breve, si svolge nel castello dei La Valette.
Il primo atto ha luogo in una piccola stazione commerciale, Flotsam, e nei suoi dintorni.
Il secondo atto si svolge o nel campo di Re Henselt  oppure a Vergen (il tutto a seconda di una vostra decisione presa alla fine del primo capitolo) per aiutare Saskia. Si, perche’ c’è odore di guerra nell’Aedirn Superiore.
L’atto finale si svolge, invece, a Loc Muinne. Anche se il luogo e’ lo stesso, la storia che ci verra’ narrata sara’ diversa in base alla nostra scelta alla fine del primo capitolo.
Il tutto e’ gestito in maniera molto ma molto interessante. A mio avviso l’unica pecca è dovuta al fatto che le mappe sono, purtroppo, molto piccole.

Giudizio
Ecco finalmente un CRPG con i controfiocchi. E’ vero che ci sono dei problemi, principalmente da un punto di vista tecnico, ma questo e’ un signor gioco che presenta molti punti forti e pochissimi punti deboli.
Altamente raccomandato.

Pro Contro:
storia matura ed adulta, molto ben raccontata mappe discretamente piccole
personaggi ben delineati difficile fino al livello 10
ambientazione immersiva QTE (disattivabile nelle opzioni in gioco)
suddivisione in tre atti decisamente convincente motore grafico pesante e poco ottimizzato
presenza di enigmi alcuni piccoli problemi tecnici (gestione salvataggi, inventario ed altri)
un bivio narrativo maggiore e bivi morali minori sparsi durante il gioco corto
dialoghi da sturbo a un certo punto finisce

 

NB: Ci sono tre boss, uno per ogni atto. Non importa quale strada si prende alla fine del primo, si affrontano tutti e tre.
Però i casi sono due: o l’ultimo è troppo facile o gli altri due sono troppo difficili. Soprattutto quello del secondo atto, con un autosave “ad capocchiam”, che oltre che difficile è anche lungo da uccidere visto che l’unica tattica che funziona e’ il “kiting” (colpisci e fuggi).
Annunciata patch 1.2 e pure la versione in giapponese. Questi polacchi rullano.

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