, updated:

WoW non è solo World of Warcraft

ma, pure, World of Warplanes e, ci aggiungo io, Kingdoms of Amalur: Reckoning.
Ok, il paragone con il primo si ferma alle iniziali del nome ed al fatto che entrambi sono dei giochi massivi. Anche se il titolo Blizzard è un vero MMORPG mentre l’altro è World of Tank con gli aerei.

Ma il paragone con il CRPG in uscita da EA a febbraio? Semplice: anche li ci sono gli gnomi! E non è l’unico punto di contatto con il titolo Blizzard presente nel gioco.


Vogliamo non parlare dei Winter Fae, che sembrano una copia conforme degli elfi di WoW?

Ma, se è per questo ci sono pure i Dokkalfar, una specie di elfi dalla pelle scura.

Tutto questo per dire che questa sera mi sono sacrificato ed ho provato per un paio d’ore la demo.
Com’è? Di primo acchito mi sembrava il figlio di un Oblivion in terza persona che ha fatto sesso sfrenato con Dragon Age II. Più andavo avanti e più mi rendevo conto che il gioco fa largo uso del copia&incolla non solo da DAII ma anche da altri titoli come, per esempio, l’ultimo Dungeon Siege, The Witcher 2 e Divinity II.
Hack and slash con combattimento dinamico e motore grafico iperscalabile: ecco, in poche parole, una breve descrizione di quello che avrebbe voluto essere l’anti Skyrim ma non lo sarà mai.
Prima di tutto è totalmente orientato alle console, più che al PC (il fatto che non possa cambiare i tasti di movimento non mi piace per nulla: a costo di ripetermi per la millemillesima volta io odio il sistema WASD, ridatemi le mie amate frecce!) ma questo può essere giustificato dal fatto che le prime soffrono meno la pirateria.
Non puoi cercare di combattere la miglior serie free roaming con un gioco che, pur in presenza di un mondo aperto, è totalmente guidato. Manca solo che la IA ti muova lei il personaggio per farti andare nel luogo dove fare la quest e poi siamo a posto!
E’ vero che un libro non lo si deve giudicare dalla copertina, ma le prime due ore della demo di Kingdoms of Amalur: Reckoning sono mortalmente noiose.

↑ Up