L’abbiamo firmato, almeno rispettiamolo
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L’abbiamo firmato, almeno rispettiamolo

Questo è il testo, in inglese, dell’accordo, firmato anche dal governo italiano, alla Conferenza su clima di Parigi:

Poteva essere migliore, fatto meglio, ma trovare un compromesso e farlo firmare a 196 delegazioni che la pensano, sul tema, in 196 maniere diverse non è assolutamente un compito facile.
Questo è il documento uscito, questo il governo Italiano ha firmato.
E’ vero che non è ancora operativo e che, per esserlo, dovrà superare quella che è la “doppia soglia del 55”, cioè, come spiegano mirabilmente su Internazionale:

l’accordo deve ora essere ratificato, accettato o approvato da almeno 55 paesi che rappresentano complessivamente il 55 per cento delle emissioni mondiali di gas serra.

ma è comunque una (flebile, sono d’accordo) speranza per le future generazioni.
E’ vero che alcuni (tutti o quasi) i candidati del partito Repubblicano alla presidenza sono ridicolmente contrari ad ogni limitazione dei gas serra (alcuni, in quel partito, arrivarono a definire coloro che ci mettono in guardia dai problemi derivanti dal surriscaldamento globale dei razzisti non patriottici), ma è altrettanto vero che olte organizzazioni locali (350.org, Sierra Club, Greenpeace US, eccetera) si stanno dando molto da fare.
Per esempio il Sierra Club, una delle più antiche associazioni ambientaliste al mondo, ha fatto chiudere 200 centrali a carbone

e ci spiegano che dobbiamo entrare nel 21* secolo:

tramite le rinnovabili.
Come?
Semplice:

Tra tutte le energie alternative la meno conosciuta al grande pubblico è quella marina (e le biomasse).
Non ho le capacità tecniche per spiegare le “centrali marine”, elencandone pregi e difetti (nessuna fonte energetica è a zero impatto ambientale, nessuna).
Oppure il solare termodinamico (non sono Carlo Rubbia, per sua fortuna).
Però gli inglesi (sempre loro) avranno il primo parco mondiale di energia marina, che nel 2050 arriverà a produrre 27GW di energia (zeusnews). E noi? Si parte da una stima continentale di 188GW prodotti entro il 2050 (altra fonte), per arrivare a noi e alle sperimentazioni di ENEL Green Power.
Per chi volesse approfondire l’argomento c’è un ottimo articolo su rinnovabili.it, oppure questo su Tekneco.
E interessante carrellata di articoli in ordine cronologico che ho trovato su un forum dallo strambo nome di Feis ciuk.
Per concludere due articoli su oggiscienza:
Trivelle: cosa dice la scienza?
Il referendum sulle trivelle: alcuni dati sui giacimenti in Italia
E se lo dice la governativa (FIAT, Marchionne, Agnelli) La Stampa:

E chiudo con un articolo tra il serio e il faceto, sempre da La Stampa:

Concessioni, piattaforme e referendum: ecco la mappa degli idrocarburi in Italia

Pubblicato da Adolfo Sehnert su Martedì 5 aprile 2016

Giusto per, quando il premier Matteo “bimbominkia” Renzi parla di rinnovabili, lo fa con lingua biforcuta:

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