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La fine di un genere

ed identità del suo assassino.

Il genere, come ben si può comprendere, è quello dei MMORPG.
Perché sta succedendo questo, ovvero un lento ma inevitabile declino? Perché, purtroppo, l’innovazione è a zero e l’end-game è sempre la solita solfa PvP istanziato + farming di istanze (o viceversa).

Non solo, ma i contenuti sono sempre gli stessi. Fino al livello massimo una serie inenarrabile di quest da fare in solo o gruppo; dopo una serie infinita di allineamenti, fazioni, grinding di oggetti & altro. In pratica: la solita menata. E’ vero che, volendo, non si fanno le quest e si grindano a manetta i mob, ma spararsi direttamente negli attributi ritengo sia meno doloroso.

Il fatto è che dall’uscita di World of Warcraft, ovvero dell’assassino del genere, le software houses siano entrate in una sorta di loop mortale: creare WoW 2.0.
Il fatto è che, Blizzard a parte (e dopo le critiche che leggo su Diablo III ho i miei dubbi anche su di loro), nessuno riuscirà mai ad avere il successo del titolo più giocato al mondo.

Ci hanno provato in tanti a fargli le scarpe. Di alcuni, Age of Conan e WarHammer, sappiamo com’è andata a finire. E i nuovi competitor?
SW:TOR soffre di emptyserverite cronica tanto da divenire free 2 play in autunno, così come il suo fratello maggiore WarHammer, e se la sta passando così male che, con un po’ di fortuna, si trova il client a 10/15 euro.
The Rift ha copiato da talmente tanti MMORPG da sembrare lui il vero anti-WoW. Il problema è che uno dei titoli da cui ha attinto di più è stato WarHammer; mentre Blizzard si è ispirata maggiormente al primo MMORPG di successo: EverQuest. Ecco, forse la differenza tra i due è questa: Trion World si è ispirata ad un disastro. Come sta andando il gioco? Vivacchia, ed ogni tanto cerca di attrarre nuovi e vecchi giocatori.

TERA e The Secret World sono usciti da troppo poco tempo per essere dei seri competitor, ma è indice che il prezzo del client sia sceso fino a 30 euro circa, talvolta anche meno.

Il fatto è che non stiamo parlando di brutti giochi, anche se hanno un incredibile difetto: non offrono nulla di nuovo.

Ora i casi sono due:
1) il genere si avvia a una lenta e graduale involuzione, perdendo inesorabilmente clienti e con sviluppatori che chiudono uno dopo l’altro
2) avviene qualcosa di nuovo sul fronte occidentale, ed il genere riparte.
E no, mi dispiace ma non sarà Guild Wars 2 a ridar vita al moribondo. Qui serve qualcosa di radicalmente nuovo, di rivoluzionario. O, per assurdo, qualcosa di incredibilmente vecchio e conservatore. Qualcosa che lo renda un genere senza fine.

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