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Il Grillo contraddetto

Purtroppo, o per fortuna, spesso il pensiero umano non è una breve linea retta che unisce un punto di partenza ad uno di arrivo, una tesi ad una conclusione.
No, esso è più arzigogolato, complesso, talvolta cade in contraddizione.
Questo avviene per chiunque, per qualsiasi essere umano su questo globo terracqueo sperduto in un infinito universo.
Ed accade anche per Beppe Grillo.

Può valere, in guisa di scusante, la frase di Walt Whitman (ho scelto lui invece che Malebranche, Nietzsche o Socrate o molti altri è perché mi è venuta a galla dalla mia memoria prima questa):

Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono vasto, contengo moltitudini…

? Oppure è riservata a noi comuni mortali mentre loro, i “capi”, devono essere il più possibile coerenti con quanto propugnano, credono e dicono?
Ricordiamoci che Grillo un tempo spaccava a martellate i PC durante i suoi spettacoli, mentre ora è un fan di Internet, ed ha uno dei più importanti blog mondiali.
1) Software aperto ed editoria digitale.
E’ comprensibile il timore degli editori digitali, che al 90% sono quelli tradizionali, nei confronti delle copie pirata e, pertanto, capisco l’adozione di DRM all’interno dell’opera. Ma quello che non comprendo è che; di fronte ad un formato universalmente accettato e divenuto standard, ePub; Amazon adotti, unico content provider al mondo, un formato proprietario (kf8 e azw/azw3) parallelamente ad uno molto poco usato (mobi). E’ vero che il panorama dei formati portabili è complesso, ma di fronte ad uno standard internazionale chi si fa paladino del software aperto (open source) non dovrebbe usare il proprio visitatissimo blog per pubblicizzare l’unico che non lo usa.
Vogliamo una pluralità di soggetti o la dittatura di Jeff Brezos?
Io punto sulla seconda, e quando troverò un ebook reader di buona qualità lo comprerò. Ma non sarà di Amazon fintanto che non potranno leggere gli ePub.

2) Referendum propositivo e zero quorum.
Ambedue hanno bisogno di una modifica costituzionale, e per farla passare serve una prassi molto lunga: doppia lettura e votazione da parte di ambo i rami del Parlamento con i due terzi dei voti favorevoli; approvazione presidenziale o referendum costituzionale. Mentre la prima ipotesi è molto lontana dall’essere realtà, anche la seconda non è facilmente praticabile per riuscirci.
Ma qual è il vero punto debole del ragionamento di Beppe? Che, se passasse una riforma del genere, ci si ritroverebbe inondati di referendum. E ci potremmo trovare un’Italia con pena di morte, McDonald a tutto spiano, OGM e nucleare.
Perché se è vero che non si deve aver paura della democrazia, è altrettanto vero che la madre degli idioti è sempre incinta ed è l’unica che non abortisce mai.
3) I futuri candidati a 5 stelle
Ho già affrontato l’argomento, ma c’è da fare una precisazione: se è vero che si possono eleggere solo persone già candidate ma non elette, che fine fa la rassicurazione di Beppe

Non si può candidare uno scelto in una circoscrizione che vive in un posto e si fa eleggere da un’altra parte, come succede nella politica normale, noi siamo qualche cosa di diverso.

? Perche la lista ligure più “levantina” è quella di Genova. Ma ci sono altri collegi, altre liste. Oppure candidiamo ovunque solo genovesi, savonesi e spezzini? Noi liguri siamo i peggio campanilisti d’Italia. non mi pare una buona idea. Anche se, per fortuna, se ne deve discutere. Perché hanno fatto molto rumore le parole di Andrea Boccaccio, consigliere comunale a Genova per il MoVimento, che ha affermato che molti candidati sono stati messi in lista “per far numero”, E’ prassi normale, in qualsiasi elezione, sia a livello locale che nazionale.
Il fatto è che uno che “fa numero”, così come uno che “porta voti”, non sempre porta capacità, onestà e correttezza.
E qui in Liguria i candidati parlamentari sono meno del numero di posti massimi disponibili.
E le “Parlamentarie” si sono svolte con i trombati, in pratica regalando tutto l’imperiese ed il Tigullio al PDL.
4) il programma sulla scuola del MoVimento 5 Stelle.
Analisi cattiva punto per punto:

    • Abolizione della legge Gelmini

Quell’idiozia della riforma Berlinguer la vogliamo levare o no?

    • Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti

E passarono l’ora di educazione fisica a giocare a Call of Duty Black Ops IV

    • Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità , con l’accessibilità  via Internet in formato digitale

Già diverse nazioni ci hanno provato e l’esperimento è stato un totale disastro. La fisicità del libro è estremamente importante per un miglior apprendimento. Oppure si può fare in modo che sia lo studente a scegliere se libro fisico oppure digitale. E poi in che formato? ePub oppure “kindle”?

    • Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo

Già fanno fatica a parlare italiano e gli vogliamo insegnare l’inglese?  L’asilo è l’età dello svago e del gioco, non dell’inglese.
Nei Paesi bassi dove nelle superiori si arriva a tre/quattro lingue straniere, si inizia dalle elementari. Il fatto che l’orario scolastico sia molto più lungo che da noi ha anche il suo peso.

    • Abolizione del valore legale dei titoli di studio

E si videro laureati in archiTETTura fare i ginecologi…

    • Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica

Concordo

    • Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti

Visto che mi ha bocciato io boccio lui.

    • Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri(obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza)

Concordo.

    • Accesso pubblico via Internet alle lezioni universitarie

Idea giusta, ma con la velocità assurda delle connessioni italiane come la mettiamo? E prima si deve coprire il 100% della popolazione italiana.

    • Investimenti nella ricerca universitaria

Ottimo. Ma prima leviamo tutti i casi di nepotismo, visto che abbondano.

    • Insegnamento a distanza via Internet

Vedi sopra.

    • Integrazione Università/Aziende

Interessante, ma un pelo empirico. Ero favorevole a questo passaggio, poi ho scoperto che in molte nazioni assumono facilmente, per coprire determinati incarichi, laureati provenienti da facoltà umanistiche perché hanno un maggior bagaglio culturale e miglior flessibilità intellettiva. E noi siamo rimasti alla dicotomia colletto bianco/camice blu: prima insegniamo alle aziende a comportarsi in maniera intelligente, poi ne riparliamo.

    • Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti

Come minimo.


5) I candidati, questi sconosciuti
Il grosso problema successivo alle parlamentarie è ar conoscere i candidati, o una parte di loro, agli elettori.
Visto che non abbiamo ancora un programma a 360° (commercio, giustizia, esteri, difesa, interni, eccetera), mi pareva una buona idea.
Ma no, marcia indietro compagni, non si può fare. Aspettando Godot fate altro.
Il tutto per l’assurdo motivo che i si presentano tutti e 22 (tra camera e senato) o nessuno.
Ora, metti che uno abbia l’incredibile culo di riuscire a trovare una data che vada bene a tutti.
Facciamo il 30 febbraio 2013, che ha l’innegabile vantaggio di essere un giorno che non esiste.
Ora, e se poi uno dei 22 manca perché ha forato una gomma, perché il ginocchio fa contatto con il gomito, le cavallette, l’inondazione anche se non piove? Che succede, si rinvia a data da destinarsi, magari dopo il 2036? O nel 2040?
Nessuno mi leva dalla testa che Grillo si accontenta di un discreto numero di eletti, facciamo un centinaio, per metter strizza e pepe al culo ai partiti tradizionali.
Eppure queste elezioni si potrebbero vincere, perché tra astenuti, indecisi, nulle e bianche siano al 50% del corpo elettorale.
E se riesci a farli passare dalla tua parte hai vinto in carrozza.
E allora si che inizierebbe la vera rivoluzione, con un radicale cambiamento di mentalità a partire dai Palazzi.

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