Privatizziamo l’Italia

Quello di Maria Pia Lorenzetti è l’ultimo, in ordine cronologico, scandalo che coinvolge politici divenuti amministratori di società pubbliche che, in realtà, ormai sono un affare privato dei partiti.
Ormai tutto, dalle aziende di stato come Finmeccanica fino alle banalissime USL, ciò che dovrebbe essere al servizio dello Stato e dei suoi cittadini è, col tempo, divenuto un feudo di piccoli e grandi poteri politici.
Poteri politici che non agiscono nell’interesse collettivo e dei cittadini bensì in quello degli amici e degli amici degli amici.
Di fronte a questo incancrenirsi della res publica, a questa tentacolare piovra partitocratica che poggia le sue ventose per non mollare più la preda abbiamo poche scelte:
1) privatizzare tutto, ma ormai è già privato, cosa loro e non cosa nostra come dovrebbe essere
2) pubblicizzare tutto, in pratica estromettere i politici dalle aziende nazionali fino a quelle locali come le USL, per sostituirli con i cittadini.
I quali riceverebbero un pacchetto di azioni e, tutte quanti questi pacchetti sommerebbero il 100% dell’intero pacchetto azionario.
E gli italiani, esattamente come hanno fatto gli spagnoli con Telefonica (guardate invece com’è ridotta Telecom), farebbero funzionare le aziende al meglio, perché non solo salirebbe il valore elle azioni, ma pure i dividendi annuali.
Ma finché ci ostineremo a tener dentro politici od ex, che hanno a cuore solo gli interessi del partito o della corrente o del leader, l’Italia rimarrà non un paese del terzo mondo: no, farà categoria a se stante.