The Witcher 3

Avvertimento: il gioco anticipa rivelazioni che, in Italia, si potranno leggere solo dopo il 29 ottobre.
Questa recensione è stata fatta non conoscendo il contenuto del libro (poi, per quanto riguarda un particolare, anticipatomi su Facebook nel gruppo chiuso La Maschera Riposta) e basandomi soltanto sui libri tradotti finora.

Scrivere questa recensione non è stato per nulla facile.
Ho adorato i primi due capitoli della saga, tra loro diversi ma parimenti coinvolgenti ed immersivi (forse più il secondo, nonostante i suoi difetti, del primo); per tacere dei fantastici libri di Andrzei Sapkowski, il padre letterario di Geralt di Rivia, di Vesemir, di Yennefer, di Triss Merigold, di Dandelion (da noi tradotto in Ranuncolo), di Cirilla e dei tanti altri personaggi che girano intorno al Lupo Bianco.
Prima di continuare vorrei far notare che tra la saga di Dragon Age e quella di Geralt vi sono interessanti punti di contatto.
A parte un primo capitolo che, nel caso dei gochi Bioware, è stato l’unico degno di nota, e che tra loro sono estremamente differenti, anche come tipologia di CRPG (party vs eroe solitario), ecco le analogie:
1) i secondi capitoli erano strutturati con una narrazione in tre atti
2) i terzi capitoli, che per la saga di Geralt segna la fine, sono degli ibridi tra free roaming e guida narrativa.
Abbiamo già recensito il terzo capitolo di Dragon Age, stroncandolo, forse anche per colpa della mal riuscita ibridazione tra i generi.
Che avverrà con il terzo e ultimo capitolo della saga di Geralt?

Gameplay
The Witcher 3 non è un videogioco nato e pensato per PC.
E’ solo una mera e, a mio avviso, mal realizzata conversione di un titolo nato e progettato per console, tanto che è previsto l’uso del joystick.
Il gameplay e la giocabilità tramite la classica combo tastiera+mouse ne risentono profondamente, arrivando a parossismi come la lentezza assurda del cambio di visuale da parte della telecamera dinamica virtuale, che nei combattimenti più complessi (boss) risulta estremamente frustrante.
Inoltre CD Project Red, così come nel precedente capitolo, fa largo uso di filmati di intermezzo, tanto che in alcune sequenze di gioco si ha l’impressione di trovarsi d’innanzi più a un lungo filmato interattivo, magari interrotto da noiose sequenze di combattimento, che a vero e proprio videogioco.
E’, inoltre, un ibrido tra un CRPG story driven e uno free roaming.
Fortunatamente, a differenza di Inquisition, qui l’ibridazione tra i generi riesce meglio anche se, purtroppo, è ancora lontana dall’essere buona, figuriamoci dalla perfezione.

Perché, purtroppo, il gioco è mal bilanciato, non ha una sua logica esplorativa: si è in una zona con mob di, per esempio, livello 12 a questare allegramente? Orbene, vicino a loro possono esserci mostri di molti livelli più in basso (si, anche di livello 1) o, se vi è un punto interrogativo sulla mappa (che può esser tante cose diverse: un tesoro protetto, un campo di banditi, una persona sequestrata, un villaggio disabitato perché zeppo di mostri, un covo di mostro, un nido di mostri, e altro ancora. I punti interrogativi li sbloccate in due modi: leggendo gli avvisi nelle bacheche o passandoci vicino) può capitare un mega boss di svariati livelli sopra il tuo che ti uccide in un amen.
Purtroppo questo difetto mina assai la coerenza del gioco, facendomi rimpiangere persino l’autolevelling di Oblivion, il che è tutto dire.
E’ vero che in un mondo fantasy ideale, accanto a mostrini, vi può essere un mega drago difficilmente battibile se non si è in possesso dell’Unico Anello, ma è altresì vero che stiamo parlando di un videogioco, la cui fruizione dovrebbe garantire divertimento e non frustrazione.
Ok, magari il gameplay e la giocabilità del titolo non sono il massimo, ma che ne è di una sua eventuale rigiocabilità in base ai punti di forza della nuova opera dei ragazzi polacchi?
Purtroppo per The Witcher 3 è pari a quella di un gioco piatto e senza bivi morali sostanziali.
Si, perché, purtroppo, l’ultimo capitolo della saga di Geralt presenta alcuni difetti prima non presenti:
1) i puzzle/indovinelli all’interno del gioco sono discretamente banali: purtroppo, qui, l’influenza dell’utente medio di videogiochi per console si è fatta sentire
2) vi sono si dei bivi, anche morali, ma cambiano poco: qui non è come alla fine del primo atto di The Assassins of King dove si sceglie se stare con una fazione o con un’altra, giocando così due diversi “secondo atto”. No, qui i bivi morali portano a conclusioni diverse del gioco su alcuni aspetti marginali della narrazione perché la storia principale non cambia di una virgola, visto che in genere si tratta di aspetti secondari sullo svolgimento di una quest.
Pertanto non ci sono fazioni tra cui scegliere: niente Scoia’tael (si incontrano facendo una quest secondaria… o un contratto da witcher, non ricordo bene), niente Ordine della Rosa Fiammeggiante, niente Chiesa del Fuoco Eterno (che è presente in gioco), niente Cacciatori di Streghe, niente esercito redaniano o temeriano  (elementi quasi tutti presenti in gioco) tra cui scegliere con chi schierarsi.
Vi è, inoltre, una nuova modalità di gioco, detta “New Game+” (Nuovo Gioco+ in italiano), ma si rigioca lo stesso identico titolo con Geralt che ha lo stesso livello del salvataggio manuale che si è caricato, mentre i mostri/nemici partono dal livello 31.
Tra le note positive vi è un’accurata possibilità di personalizzazione del personaggio (non dal punto di vista estetico, non ci ho fatto caso anche se vi sono dei “barbieri” in gioco mi son ben guardato dall’andarci, lo trovo un aspetto inutile, anche se a qualcuno potrebbe interessare):
in gioco troviamo quattro (lupo, grifone, gatto, orso, che sono poi le quattro scuole dei witcher. Geralt appartiene alla scuola del Lupo) set di armi ed armature proprie dei witcher, oltre ad altri set che ritengo minori. Le armi e le armature, le cui ricette di costruzione troviamo in casse da tesoro debitamente nascoste, vanno poi fatte fare dai fabbri e dagli armaioli, e i migliori (quelli che possono costruire i set migliori) si trovano nel… tocca a voi scoprirlo, anche se i suggerimenti un po’ ve lo spoilerano, purtroppo. Mentre le quest per la realizzazione dei set da witcher si comprano da vari personaggi (fabbri ed armaioli) sparsi qua e la nelle varie mappe del gioco. Si notano perché vi è un piccolo punto esclamativo color giallo oro in basso a sinistra del foglio, pergamena o mappa, che da la quest.


(cliccate sull’immagine per avere due esempi di quest per set da witcher comprabili presso gli artigiani)
(ps.: i personaggi e gli oggetti con un punto esclamativo danno una quest, che può essere anche una banale partita a Gwent)

Ogni set, poi, si accompagna meglio o peggio a una determinata personalizzazione delle abilità di combattimento di Geralt: quella del lupo, per fare un esempio, si accompagna meglio a una build basata principalmente sui segni, mentre quella dell’orso è più incentrata su una build ibrida.
Vi sono quattro pannelli dove spendere i propri punti abilità, caratterizzati da un colore:
rosso sono le abilità di combattimento, ad alto livello se ne sbloccano alcune veramente letali
blu sono le abilità proprie dei segni (Aard, Axii, Quen, Yrden, Igni. A differenza del secondo capitolo, manca il segno Eliotropo, utile per ripararsi da attacchi magici, e ce ne sarebbe veramente bisogno in certi momenti)
verde per l’alchimia
giallo per le abilità intrinseche ai witcher
(di questi due ultimi pannelli ci sono al massimo una o due abilità veramente utili da prendere)
(purtroppo su PC le abilità attive più avanzate non sempre funzionano, a causa dello strano meccanismo d’uso che le governa)
mutageni: apparsi in The Witcher 2, se accoppiati con abilità dello stesso colore (tre: rosso, blu, verde. Non esistono mutageni gialli) aumentano il “potere” proprio del mutagene. I mutageni possono essere “di base” o maggiori (creati dal giocatore tramite il pannello alchimia, che è l’unica abilità di crafting che il giocatore può fare senza la necessità di aiuti esterni. Anche se essere vicini a un erborista aiuta molto, perché così possiamo comprare eventuali ingredienti mancanti).
Ogni set può essere potenziato ulteriori tre volte: potenziata, superiore, perfetta.
Sono stati rilasciati 15 DLC gratuiti per il gioco ma; se si escludono la modalità New Game+ (se interessati), cinque che implementano nuove quest e uno che implementa “Ballad Heroes” (un set di carte neutrali per chi ama il Gwent, il gioco di carte con cui possiamo passare il tempo nelle taverne o contro avversari come nobili o commercianti); ci troviamo di fronte a righe di codice mediamente inutili: look alternativi per alcuni personaggi principali, alcuni set di armi ed armature (ma che non valgono i set da witcher delle varie scuole), o di balestre.
Onestamente mi sarei aspettato di meglio dai ragazzi di CD Project Red anche perché, personalmente, ho trovato sia il Gwent che le scazzottate totalmente inutili.
Non male, invece, le corse a cavallo, che permettono di vincere accessori migliori per il cavallo (sella, borse, paraocchi).
IA del gioco nella media, senza infamia e senza lode.

Grafica e audio

Stratosferici entrambi!!!!

Peccato che, per giocarlo degnamente, serva un PC assai recente o, in alternativa, una console next-next gen (PS4, X-Box One).
Però è sia uno spettacolo per gli occhi che per le orecchie.
Peccato che bug qua e la minino complessivamente il comparto tecnico del gioco: quest che non finiscono se si compie un’azione prima di un’altra, Rutilia (il cavallo di Geralt) che si incastra tra gli alberi quando lo si chiama con un fischio, crash al desktop (poi risolti con una delle numerose patch) come se piovesse, tempi di caricamento lunghi (con, talvolta, freeze incorporato).
Per PC esistono “due” versioni del gioco: quella classica, acquistabile su GOG; e quella Steam. Ora, finalmente, GOG ha il suo programma da cui scaricare i giochi (non il vecchio GOG downloader), tenerli aggiornati, eccetera: GOG Galaxy.

 

Storytelling

La storia principale del terzo ed ultimo capitolo della saga di Geralt di Rivia è a dir poco spettacolare

, anche se vi sono alcune pesanti incongruenze con i libri di Sapkowski (qui per scoprire quella peggiore, l’unica che non sono riuscito a digerire… non voglio anticipare nulla, pertanto possono capirla sono chi ci sta giocando, oppure lo ha già finito. Qui e qui altre versioni più approfondite ma con il difetto d’esser in inglese)
, anche se vi sono alcune pesanti incongruenze con i libri di Sapkowski (qui per scoprire quella peggiore, l’unica che non sono riuscito a digerire… non voglio anticipare nulla, pertanto possono capirla sono chi ci sta giocando, oppure lo ha già finito. Qui e qui altre versioni più approfondite ma con il difetto d’esser in inglese)
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Inoltre, per renderla totalmente comprensibile ai giocatori su console, hanno fatto si che il gioco, pur facendo cenno ai capitoli precedenti; sia tramite conversazioni o quest secondarie oppure con la lettura di tomi che si possono trovare in giro (e che spiegano, per chi non li conoscesse, il  background e la storia delle nazioni e dei popoli che hanno abitato quelle terre);  ne fosse totalmente slegato.
In pratica un colpo al cerchio e uno alla botte: vado incontro ai giocatori su console con un titolo che possono capire fin da subito, e faccio contenti gli utenti PC con qualche citazione e dialogo.
E’ bello vedere che ad ogni tua azione, anche andando in giro, può talvolta corrispondere una reazione dell’ambiente e/o dei suoi abitanti, mostri e umani che siano non importa.
Molto meno bello vedere delle incongruenze tra alcune side quest e la main quest: se la main quest fa scomparire i lattai (è un esempio campato in aria, in maniera da non spoilerare nulla) da una determinata zona del gioco, perché, facendo più avanti una side quest, incontrate un lattaio?
Ma esiste anche il contrario: perché se in una side quest mi si chiede di uccidere tutti i cartolai (vedere la nota sopra) del gioco, poi li incontro di nuovo in gioco?
Ma mentre la main quest, e moltissime side quest, sono di una bellezza impressionante, lo stesso non si può dire per l’incredibile frammentazione e confusione creati dalle cacce al tesoro e dalle missioni da witcher (uccidi il mostro x, uccidi il mostro y), per tacere delle tante (troppe) zone da scoprire che hanno un bel ? sulla mappa.
Della frammentazione dei livelli ho parlato sopra, qui parlerò di quella delle quest: può accadere che, svolgendo una quest di livello alto, incappiate in un’altra quest di livello più basso.
E questa frammentazione si evidenzia anche nel fatto che salendo di livello possono rimanere delle quest grigie da fare, magari perché non hai ancora scoperto o sbloccato la zona dove si svolgono.
Ogni tanto nel gioco ci sono battute e citazioni tra il sagace e il ridicolo.
La prostituta che, a Novigrad, cita Madonna (peccato non aver fatto uno screen… purtroppo serve un programma esterno, perché il classico “Stamp” qui non funziona. Io ho usato Fraps) di “Material girl” (Viviamo in un mondo materiale, io sono una ragazza materiale); oppure l’apparizione di Abbè Faria, a metà tra Abbé Pierre (con cui non ci azzecca nulla) e l’abate Faria (non è neppure l’unica citazione del Il Conte di Montecristo, così come di altre opere letterarie, tutte più o meno facilmente indovinabili).
post scriptum per gli arrapati: si, ci sono le romances.

Mondo

Il mondo di The Witcher 3 è… faccio prima a farlo vedere che a descriverlo (basta cliccarci sopra per vederlo ingrandito, qui alla massima risoluzione):


Le sottomappe del gioco sono:
1) Kaer Morhen (dove si fa il tutorial e si prende confidenza con il gioco), dove si tornerà in seguito. E’ la mappa meno sfruttata di tutto il titolo, e, probabilmente, la meglio realizzata;
2) Bianco Frutteto (dove inizia il gioco e si prende confidenza con il gioco);
3) Velen e Novigrad, mappa geograficamente piatta, con poche alture;
4) Isole Skellige/Isola delle nebbie, mappa “nordica”, molto vichinga, e decisamente fredda, e finora poco presente nei libri su Geralt (in quelli che ho letto finora sono solo citate);
Tutte le mappe sono discretamente fedeli (soprattutto Novigrad), anche se non conosco così bene le Skellige (ascoltate bene le voci dei suoi abitanti, io la prima volta mi sono ribaltato dal ridere) per poter dare un giudizio definitivo.
La parte di storia qui ambientata è, per usi e costumi, personaggi ed ambientazioni, quella fatta meglio e più fedelmente con il lore dei libri, stando a quanto ho letto su Witcher Wikia.
Pare che la dimensione totale della mappa dell’ultima fatica di CD Project Red sia di 136 chilometri quadrati.
Non so se sia vero o meno, ma la mia domanda è: incluso il mare che circonda le Skellige?
Perché se la risposta è si, allora: cala, trinchetto, cala.

Giudizio

The Witcher 3 sarebbe un gran gioco se solo non si chiamasse The Witcher, e non facesse parte dell’universo raccontato da Sapkowski nei suoi libri (la storia di Cirilla di Cintra, almeno in Italia, non è ancora finita).
Invece, discrepanze nel bilanciamento dei livelli dei mob che incontri in giro (errore non certo di secondo piano, a mio avviso) a parte, è “solo” un buon gioco di ruolo, con una storia solida (nonostante alcuni errori incredibili e imperdonabili rispetto al narrato dei libri, in primis la paternità di Cirilla) (*), delle buone quest secondarie e, purtroppo, degli aspetti che ci ricordano fin troppo bene Dragon Age Inquisition. Non tanto la caccia alle armi ed armature da witcher, e neppure i contratti (altrimenti che cacciatore di mostri saremmo?) ma quanto la parte esplorativa e l’andare a scoprire cosa sono i punti interrogativi che appaiono nelle mappe dopo aver letto le varie bacheche.
Non siamo di fronte a un capolavoro, a uno di quei titoli che escono una volta ogni tanto; e neppure a un degno seguito dei due precedenti capitoli ma un gioco che, onestamente, mi ci voleva dopo la pessima esperienza con il terzo capitolo della saga Bioware.
Anche qui, comunque, l’ibridazione free roaming e story driven non riesce perfettamente (sicuramente meglio rispetto a Inquisition, ma poco ci vuole), pertanto la palma di migliore del genere rimane alla saga Gothic, nonostante tutti i suoi incredibili difetti.
Siamo di fronte a un gioco con del potenziale incredibile che, purtroppo, gli sviluppatori hanno sprecato per eccesso.
Magari, ma ci credo poco, nell’espansione di prossima uscita potrebbero correggerne alcuni di questi.

Pro Contro
Comparto tecnico di prim’ordine Il peggior capitolo della trilogia
Storia molto bella e solida
Alcune gravi differenze tra i libri della saga e il narrato nel gioco
Alcune gravi differenze tra i libri della saga e il narrato nel gioco
(*)
Mondo di gioco vasto ma dispersivo Mancanza di coerenza nei livelli dei mob nelle mappe più grandi (Velen, Skellige)
Side quest molto ben realizzate La mappa di Kaer Morhen è praticamente vuota e sottoutilizzata
Finali multipli (purtroppo cambia solo il narrato finale) Giocabilità da console e non da PC
Ottimo livello di personalizzazione del personaggio  Rigiocabilità molto bassa
New Game+ New Game+

Nota bene: con questo titolo si conclude la saga dedicata a Geralt di Rivia. Si sa già che CD Project Red farà uscire un CRPG futuristico noto con il nome di Cyberpunk 2077, che sarà ambientato nel mondo dei board game Cyberpunk.
Ma per quanto riguarda il genere fantasy?
E’ finita oppure avranno altre frecce, per ora sconosciute, al loro arco?
Io mi sarei aspettato una saga avente per protagonista Cirilla, la Leoncina di Cintra, ma si sono giocati questa carta con una pessima mano di Gwent dato uno dei finale del gioco (si, cambiano).
E se il mondo di un prossimo CRPG fantasy non venga preso dai libri di Sapkowski?
Tutto può essere, ed è inutile fasciarci la testa con inutili elucubrazioni, no?

(*) post scriptum: il gioco anticipa il contenuto di libri che devono essere ancora tradotti in Italia, nei quali si narra che… e il 29 ottobre, data presunta dell’uscita del libro “La signora del lago”, ve lo prendete e lo leggete, così si scoprirà che…

Duny non è morto con Pavetta ma, anzi, è l’alias di Emhyr var Emreis, l’imperatore di Nilfgaard
Duny non è morto con Pavetta ma, anzi, è l’alias di Emhyr var Emreis, l’imperatore di Nilfgaard

The Witcher 3 – Sex romances tourbillon